Domenica 20 novembre nel piccolo borgo di Brenta, nelle Valli Varesine, è stato inaugurato il mosaico dei “ragazzi venuti da lontano”, realizzato da alcuni giovani migranti ospitati dalla cooperativa Agrisol a Villa Letizia a Caravate. L’opera è stata collocata simbolicamente in Piazza della Pace.

Tutto è iniziato da un semplice incontro alla “Festa dei popoli” di Brenta, quando a Lella Guelfi, una dei responsabili della cooperativa Agrisol, emanazione della Caritas diocesana comasca che gestisce l’accoglienza dei migranti nelle Valli Varesine, si è avvicinato Andrea Sala, facendole scoprire che con i suoi mosaici non solo stava rendendo più bello il paese di Brenta, ma che aveva anche un laboratorio, dove il mosaico era l’occasione per imparare un nuovo modo di stare insieme, creando momenti di condivisione libera, partecipata e spontanea. Da quel momento anche quattro ragazzi ospiti a Villa Letizia di Caravate, struttura gestita da Agrisol, hanno aderito al progetto dell’artista.

migranti

Andrea li ha accompagnati per un giro nel vecchio paese di Brenta per fare loro vedere come già tanti mosaici abbelliscono pareti di vecchie case, insegne di negozi, numeri civici. Questi mosaici sono il frutto del lavoro di tanti artisti, provenienti da tutto il mondo perché “l’arte – come dice Andrea –  svolge la funzione di unire le genti e i popoli”. I nostri giovani rifugiati sono così subito entrati in quell’atmosfera creativa che si respira parlando e stando accanto ad Andrea.

Sotto la sua supervisione, ragazzi di diversa nazionalità (Nigeria, Afghanistan e Guinea Bissau), hanno sperimentato l’importanza del lavoro di gruppo e quindi della collaborazione per ottenere un risultato comune e condiviso, metafora delle sfide dell’integrazione contemporanea.

L’attività artistica è, inoltre, una metafora attraverso la quale ogni richiedente asilo si mette in gioco in prima persona e in modo attivo, aprendo una “finestra” verso il mondo che lo accoglie e nel quale cerca di integrarsi.

Il loro mosaico è una “finestra” che vibra di nostalgia per il paese da cui sono stati strappati per il desiderio di una vita migliore, ma il cui ricordo riaffiora nei momenti in cui i loro occhi si fanno più tristi…: case dai tetti aguzzi, che rammentano le loro capanne…e poi giardini con palme… Grazie a loro, dunque, per averci lasciato nel loro  mosaico, rielaborandola artisticamente, un po’ della loro storia.

Cesi Colli