L’Eugenio Morelli di Sondalo si salva, ma fra Chiavenna e Gravedona sarà necessario operare una scelta. La notizia, di oggi, è confermata dal Ministero della Salute e da Regione Lombardia: la decisione riguarda i punti nascita.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quella dei 500 parti l’anno è la soglia minima per garantire al personale in attività sufficiente preparazione e conoscenza delle situazioni, come delle eventuali complicanze, per poter agire con tempestività in caso di emergenza. Per quanto riguarda la provincia di Sondrio e l’Azienda ospedaliera della Montagna i punti nascita a rischio chiusura, potranno continuare a esistere, in deroga alle disposizioni dell’Oms. Ma è una vittoria parziale.

Resterà aperto il reparto maternità di Sondalo: il contesto geografico e infrastrutturale del bacino di utenza che insiste sul presidio dell’Alta Valle, anche in condizioni favorevoli, si trova a più di un’ora di strada dall’ospedale più vicino (quello di Sondrio). In caso di maltempo o di particolari condizioni di traffico i tempi di percorrenza, verso il capoluogo valtellinese, si allungherebbero, mettendo a rischio mamma e nascituro. Da qui la decisione di conservarlo.

Stessi parametri da adottare su Chiavenna e Gravedona: non potranno, però, restare aperti tutti i due, la sopravvivenza è alternativa. O l’uno o l’altro. Anche in questo caso il contesto geografico e infrastrutturale è complesso per entrambe le realtà, ma le disposizioni ministeriali non lasciano aperti spiragli. Nelle prossime settimane sarà necessario giungere a una decisione definitiva, dopo aver ascoltato il territorio, assicurano da Palazzo Lombardia.

La situazione resta difficile: qualsiasi risposta si adotterà verrà meno un servizio indispensabile in zone a rischio spopolamento e a forte contrazione demografica.