«Il prossimo 25 marzo papa Francesco sarà in visita alla diocesi di Milano e alle Chiese di Lombardia. Per questo siamo chiamati anche noi a partecipare, numerosi, al momento aperto a tutti, ovvero alla celebrazione della Santa Messa, in programma nel pomeriggio, alle ore 15.00, presso il Parco della Villa Reale di Monza». Così nei giorni scorsi il vescovo, monsignor Oscar Cantoni, sollecitava la diocesi di Como a non mancare l’incontro con il Pontefice a cui mancano, ormai, poco meno di due mesi. «La visita del Papa – ci ha detto l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola – è un dono grande per tutte le terre lombarde, perché sono molte le diocesi, in tutto il mondo, che lo hanno invitato. Papa Francesco, però, ha scelto di venire da noi e tutti dobbiamo sentire la responsabilità del fatto che questa sua visita è un’occasione da non sprecare».

Il Santo Padre celebrerà la Santa Messa con tutte le Chiese di Lombardia sabato 25 marzo, alle ore 15.00, al Parco della Villa Reale di Monza

Il Santo Padre celebrerà la Santa Messa con tutte le Chiese di Lombardia sabato 25 marzo, alle ore 15.00, al Parco della Villa Reale di Monza

Ogni diocesi lombarda ha nominato un proprio Responsabile Organizzativo Locale (Rol). Per la Chiesa di Como è stato chiamato ad assolvere questo compito don Giovanni Illia, il quale ricorda che i fedeli interessati a partecipare alla Santa Messa al Parco della Villa Reale di Monza, si devono rivolgere alla propria parrocchia, lasciando il nominativo (l’organizzazione di Milano ha comunicato che non saranno accettate iscrizioni di singole persone). La parrocchia contatterà poi don Giovanni per comunicare nomi e numero dei partecipanti. Per ulteriori informazioni è possibile telefonare al Segretariato diocesano pellegrinaggi, aperto martedì e giovedì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, in piazza Grimoldi 5 (Vescovado). Il numero di telefono è lo 031-3312232. Per ulteriori informazioni è attivo anche il sito www.papamilano2017.it.

Nonostante la complessità della giornata e il gran numero di persone che vi prenderanno parte (si attendono non meno di 600mila fedeli fino a un massimo di un milione), dal cardinale Scola giunge l’esortazione a essere presenti,

«perché il faccia-a-faccia con il Papa – ci ha ribadito il metropolita – è qualitativamente più importante di qualsiasi incontro attraverso i mezzi di comunicazione. Sarebbe bello, dunque, che ogni fedele delle diocesi lombarde si sentisse chiamato personalmente a partecipare alla Santa Messa nel pomeriggio del 25 marzo… perché il Papa verrà innanzitutto a confermarci nella fede, che dà senso all’esistenza e direzione al cammino di ogni credente e di ciascuna delle comunità cristiane che sono le forme in cui la Chiesa si esprime sul territorio. Ma verrà anche per restituire un senso alla vita civile, che superi la “società della stanchezza”, come è stata definita l’Europa di questi tempi. Viviamo un contesto difficile, percorso da forti diffidenze… il Santo Padre, invece, ci ricorda l’importanza della relazione con Gesù, che è poi il senso della nostra fede e del nostro rapporto con gli altri».

Duomo-Milano

L’incontro del Papa, ci ricorda ancora il cardinale Scola, «sarà una visita da cui trasparirà la grande apertura a 360 gradi di questo Pontificato, piena di gesti e immagini, non solo di grandi discorsi, che sono i tratti tipici dell’insegnamento che papa Francesco sta dando a noi europei più concentrati sulla dottrina». C’è anche la «bella coincidenza» della data della visita, il 25 marzo, con la solennità liturgica dell’Annunciazione, «avvenimento – è l’osservazione del metropolita – che segna l’impatto dell’Eterno nella storia, attraverso il corpo di una donna, momento decisivo per il Cristianesimo, che non è una semplice religione, ma l’avvenimento dell’Incarnazione del Figlio di Dio».

C’è grande attesa, dunque, in tutte le «terre lombarde, per incontrare la singolare autorevolezza che questo Papa esercita e che gli deriva dal fatto che è coinvolto in quello che dice, come lo era Gesù. Egli ripropone il Vangelo in prima persona. E lo fa con coraggio, rinunciando a ogni forma di distanza sacrale del papa, per mettersi accanto alla gente, per non escludere nessuno, nemmeno coloro che vivono la Chiesa con minore assiduità».