Domenica 19 febbraio, a Grosio, si svolgerà la XVI Assemblea elettiva dell’Azione cattolica della diocesi di Como. «La scelta di ritrovarci in Alta Valtellina – ricorda il presidente uscente, al suo primo mandato, Paolo Bustaffa – nasce dalla volontà di sottolineare e valorizzare l’aspetto della “diocesanità” dell’associazione, soprattutto in una realtà così complessa e territorialmente variegata come la nostra».

Articolato il titolo scelto per contraddistinguere questo appuntamento, che avrà inizio alle ore 9.00 per proseguire fino a pomeriggio inoltrato (conclusione alle ore 16.30): “Persone libere… quindi responsabili – Laici per la Chiesa e per la Città.

La giornata vedrà la presenza del Vescovo, monsignor Oscar Cantoni, il quale presiederà la Santa Messa, alle ore 10.30, nella parrocchiale e con la comunità di Grosio. Sempre al Vescovo, alle ore 11.30, il compito di intervenire in assemblea con una sua relazione. Tra gli altri momenti caratterizzanti la giornata: le votazioni e la discussione del documento assembleare, che affronta quattro temi. Vediamoli: identità e formazione; Chiesa; bene comune; famiglia. Un capitolo a parte è dedicato all’argomento comunicazione.

Paolo-Bustaffa-e1348438269748-300x300Non sarà un incontro formale, ricorda ancora il presidente, «ma un grande esercizio di laicità. Sarò l’occasione per ripercorrere la storia vissuta in questo triennio che si conclude e che rappresenta la memoria da cui partire per costruire il futuro».

A oggi l’Azione cattolica è presente in oltre 60 comunità parrocchiali della diocesi, sparse su tutto il vasto territorio, da Cittiglio a Livigno. Gli aderenti sono poco meno di 2mila, con una netta predominanza del Settore Adulti, anche se le fasce più giovani sono “in recupero”, tanto che lo stesso Consiglio diocesano è composto, all’80%, da rappresentanti delle nuove generazioni, «un particolare – ci ha ricordato Paolo Bustaffa – che ha colpito molto positivamente il Vescovo Oscar in occasione del suo primo incontro con la presidenza di Azione cattolica».

È stato un triennio molto impegnativo. Quali i punti qualificanti?

«Direi almeno tre – ci risponde il presidente –. Da una parte abbiamo l’aspetto dell’unitarietà: l’associazione non può essere un insieme di tante isole, ma deve essere un’esperienza comune e condivisa. Le relazioni al proprio interno hanno senso se si è capaci di guardare all’esterno. L’altro tema è quello della diocesanità. In questi anni ci siamo impegnati a scoprire la bellezza della Chiesa locale, nonostante le fatiche e le difficoltà, dandosi da fare, nell’associazione, in parrocchia, nel vicariato. Infine il capitolo della corresponsabilità, fondamentale per tutti e in particole per un’associazione di laici. Soprattutto parliamo di una responsabilità nel pensiero, perché il pensare crea il fondamento del fare. Esercitare il dono del pensiero è un cammino da proseguire, così come la collaborazione con gli uffici diocesani di pastorale e le varie realtà laicali presenti sul territorio».

L’articolo completo a pagina 11 del numero 7 del nostro Settimanale. Accedi alla versione on-line cliccando qui.

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