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Un momento dell’incontro al Setificio

“Il cyberbullismo: come difendersi”. Passa anche dalle scuole la sfida contro l’uso e l’abuso di internet. Lo sa bene la Polizia Postale delle comunicazioni (per saperne di più clicca qui) che da anni ormai gira per gli sitituti della provincia di Como per dotare le nuove generazioni delle necessarie nozioni per difendersi da questo pericoloso fenomeno. Quali funzioni assolve la Polizia Postale? Lo ha spiegato bene qualche giorno fa un ispettore davanti ad una platea di studenti delle scuole secondarie di primo grado, riuniti presso l’Aula Magna del Setificio di Como.

«Noi lavoriamo su internet e ci occupiamo dei problemi che un certo suo impiego può causare. Se vi imbattete in qualcuno di questi problemi non tenetevelo per voi. Parlatene con un amico, al papà, alla mamma, a un insegnante. Questo perché parlarne aiuta sempre a trovare una soluzione».

Cercare aiuto, confidarsi, dunque. Ma prima ancora: prevenire, laddove possibile, conoscendo i rischi a cui, accostandosi al mondo della rete, si potrebbe essere esposti.

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Le principali insidie di internet

Prima di tutto una constatazione, ovvia forse, ma non scontata. Su internet si possono commettere dei reati. Tra loro molto diversi, e per questo le insidie della rete sono molteplici e articolate: dalla pedofilia alla divulgazione di dati personali, dai furti d’identità al profiling non autorizzato (profilare le abitudine delle persone per ragioni commerciali), dalle truffe on line al pishing  sui conti correnti (rubando i dati sensibili e di accesso al conto). O ancora: frodi con carte di pagamento, malaware (virus), problemi di diritto d’autore, spam (pubblicità) indesiderate (una curiosità: il termine spam deriva da un marca di carne in scatole americana che in passato esercitò una pubblicità così massiccia da sortire l’effetto opposto).

Un mondo che può apparire lontano ai ragazzi di oggi? Assolutamente no. «Se insulto una persona su internet – ha chiarito il funzionario della Polizia Postale – commetto un reato, per cui posso essere punito. E chi insulta utilizzando mezzi come Facebook, Whatsapp o anche Ask.fm, pensando di potersi celare dietro l’anonimato sappia che la sua identità può essere sempre scovata».

Tra le insidie più penose della rete c’è anche la pedopornografia. «Per fortuna non è così diffusa – ha proseguito il funzionario –. Se ci occupiamo di centro truffe all’anno su internet, i casi di pedopornografia in cui ci imbattiamo sono uno o due. Però la loro gravità, anche dal punto di vista penale, è esponenzialmente maggiore. Il pedofilo è in genere maschio, tra i 25 e i 70 e voi, ragazzi, rientrate in un’età che può ancora catturare il suo interesse. Se avete la sensazione che qualcuno vi stia addosso, se vi vengono rivolte delle proposte particolari su internet, se vi imbattete con un adulto che “chatta” con i ragazzini parlatene con i vostri insegnanti e dateci la possibilità di verificare che non ci siano degli estremi di reato».

Altra frontiera delicata e potenzialmente a rischio per la generazione web 2.0 è quella della divulgazione di dati personali. Diffusione spesso fatta con leggerezza. «È sempre difficile decidere che cosa pubblicare di noi o di altri su internet, ma sappiate che quando metto qualcosa in rete, dal momento in cui incomincia a girare è molto difficile toglierla».

Un ultimo richiamo alla tutela dei diritti d’autore, vista la procedura diffusa di scaricare film e canzoni da internet. «Per la legge sul diritto d’autore chiunque detiene illegalmente materiale protetto dal diritto d’autore è soggetto al pagamento di una sanzione. Pensate ai brani che avete dentro il vostro cellulare e che magari avete scaricato illegalmente: per ognuno di questi la sanzione prevista è di 34 euro…»

Testa sulle spalle, occhio vigile e approccio alla rete con responsabilità dunque: ingredienti indispensabili per non restarne imbrigliati.