C’è fermento in Valtellina… E se, come si dice, una foresta cresce senza far rumore, forse, in silenzio, un timido alberello sta crescendo anche qui. Due interessanti appuntamenti sono in programma i prossimi venerdì 10 e sabato 11 marzo per presentare e far conoscere a tutti la realtà dell’Arsenale della Pace di Torino e il sogno che lo anima.

Il primo di questi incontri è previsto per venerdì 10 marzo alle 20.45, all’oratorio di Morbegno. In questa occasione la fraternità del Sermig si presenterà e racconterà cos’è il quinto appuntamento mondiale dei giovani della pace dal titolo “L’odio non ci fermerà – Ripartiamo dall’amore”, che si terrà a Padova il prossimo 13 maggio.

Sarà un’occasione per riflettere sulla responsabilità delle nostre scelte perché, come dice ai giovani il fondatore del Sermig Ernesto Olivero, «il mondo così com’è lascia senza respiro, ma il mondo, così com’è, è ancora nelle nostre mani. Per questo vorrei che il vostro cuore si incendiasse di amore, di una passione tali da far venire il desiderio a tutti di alzarsi, scegliere, decidere, cambiare, impegnarsi… e volare».

Nella serata di sabato 11 marzo, alle 19.30 alla palestra delle scuole medie Trombini di Tirano, è organizzata invece la Cena dei Popoli. Non una cena etnica, ma un’esperienza da vivere per sentirsi seduti a tavola col mondo intero e vedere il mondo dalla prospettiva dei poveri. È un’occasione che l’Arsenale della Pace offre per riflettere sulle diseguaglianze e sulla distribuzione iniqua delle risorse nel mondo, sul problema della fame e dell’indifferenza ad un cambiamento possibile.

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Cos’è il Sermig?

Il Sermig – Servizio Missionario Giovani – nasce a Torino nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero e da «un sogno condiviso con molti: sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo, vivere la solidarietà verso i più poveri e dare una speciale attenzione ai giovani cercando insieme a loro le vie della pace». Da questo desiderio e dal “sì” di molti, con la forza delle preghiera e l’aiuto della Provvidenza, un vecchio arsenale dismesso è stato ristrutturato e si è trasformato negli anni, con il silenzio e la forza di una foresta che cresce, in una casa al servizio della pace, luogo di accoglienza, di fraternità, di incontro e di speranza.

All’Arsenale ognuno è chiamato a mettersi in gioco, a donare tempo e capacità. E si impara così che la pace è possibile, ma l’uomo deve volerla, partendo da sé e dal proprio cambiamento.

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