Arte Migrante foto1_nMentre nel mondo si alzano muri c’è un humus sano che rende fertile la terra delle nostre città. Per Como tra i tanti esempi possibili ci piace richiamare l’esperienza di Arte Migrante, che domenica 26 marzo si appresta a celebrare un anno di vita.

Un contenitore di incontro e di relazione, lanciato a Como il 16 marzo 2016 su iniziativa di un gruppo di giovani scout del Clan/Fuoco Como 3°, che raccoglie e fa incontrare, ogni 15 giorni, italiani e stranieri, indigeni e profughi, ragazzi degli oratori e giovani immigrati. Unico obiettivo: stare insieme, conoscersi, imparare ad apprezzarsi, scoprire quella parte di buono che ciascuno si porta dentro. E che spesso fatica a emergere, soffocato com’è da mille diffidenze, stereotipi, preoccupazioni, difficoltà pratiche.

Dalle 50 alle 100 le presenze per sera. A conferma di un bisogno di relazione che va ben oltre quelle barriere che con troppa facilità e pigrizia ci cuciamo addosso.

Arte Migrante nasce a Bologna a settembre 2012 su iniziativa di un giovane studente di antropologia, Tommaso Carturan, ed altri amici incontrati lungo i portici della città e all’università. Il gruppo, apartitico e aconfessionale, si rende promotore di serate settimanali invitando chiunque, ma specialmente persone emarginate, con l’intento di creare inclusione attraverso l’arte. In pochi mesi il modello replica in altre città italiane fra cui Modena, Torino, Palermo, Reggio Emilia e Como.

«Il tema degli immigrati – spiegavano un anno fa al Settimanale i promotori di questa iniziativa – evoca in noi, oggi, due cose: da una parte un grumo di rischi e di paure, anche giustificate, dall’altra un ingorgo di pregiudizi senza vero fondamento nella realtà. Il problema è che i primi – i rischi e le paure – sono ampiamente rappresentati e rilanciati dai mezzi di comunicazione sociale, e diventano oggetto anche di speculazione politica. Mentre i pregiudizi nessuno si prende la briga di confutarli, perché operazione non redditizia (né politicamente, nè mediaticamente). Accanto, allora, alla narrazione consueta del clandestino che delinque, bisognerebbe affiancare una contro-narrazione che ci parla al positivo: delle buone possibilità e delle riuscite iniziative, se non di integrazione, almeno di intreccio personale e culturale fra “noi” e “quelli arrivati”. L’iniziativa di Arte Migrante  è una piccola, ma significativa goccia nella direzione di queste contro-narrazioni positive.  Allo Stato e alla politica spetta di scrivere le regole della giustizia, per un’accoglienza ben disciplinata e intelligente. Ma alla società civile (e, al suo interno, in modo del tutto peculiare alla Chiesa) spetta di propiziare agganci di intersezione, dove gli uomini e le donne, a partire dalla loro diversità, possano anzitutto incontrarsi, conoscersi, guardarsi positivamente, esprimersi nelle proprie capacità artistiche (canto, ballo, racconto…), apprezzarsi nelle rispettive qualità. È quell’ artigianato della pace di cui parla papa Francesco. Una pace artigianale, frutto di piccoli incontri, di mescolanze di umanità, e di una semplice tessitura di relazioni».

Arte Migrante festeggia dunque il suo primo anno. L’appuntamento è per domenica 26 marzo, alle ore 10, presso lo Spazio EcoOfficine Lab, ex Oratorio San Rocco (via Regina Teodolinda 61, Como). Meteo permettendo, durante la giornata ci si sposterà al parco delle Rimembranze (sotto il Baradello).

Un anno di arte migrante a ComoVOLANTINOIl programma della giornata prevede

ore 10:00 – Ritrovo, colazione e Presentazioni;

ore 11.00 – Inizio delle attività: si alterneranno giochi con momenti di riflessione a gruppi sull’arte, sul futuro di Arte Migrante, sul ruolo che ognuno dei protagonisti ha giocato o potrebbe giocare in essa e molto altro;

ore 13.00 – Pranzo condiviso: si mangerà insieme quello che ciascuno potrà portare. Magari qualche piatto tipico del proprio paese! Il suggerimento è di portarsi piatti e posate in modo da non dover sprecare stoviglie di plastica.

ore 14.00 – Prosecuzione dei giochi e delle riflessioni su Arte Migrante.

ore 15.00 – Laboratori: ci si dividerà in vari gruppi per diverse attività manuali o artistiche, come danza afro, pittura, canto, teatro… se qualcuno ha qualcosa da insegnare questo è il momento giusto.

ore 17.00 – Conclusione & merenda