Tanti i fedeli che la mattina di martedì 15 agosto erano presenti al solenne Pontificale dell’Assunta presieduto, in Cattedrale, dal Vescovo Oscar. Qui di seguito il testo integrale dell’omelia di monsignor Cantoni.

“Oggi comprendiamo perché la Chiesa, essendo interprete dell’umano, ossia dei desideri più veri che abitano il cuore di ogni uomo, abbia fissato la festività di Maria assunta in cielo proprio nel pieno dell’estate, in un tempo in cui tutti cercano riposo, gioia e pace… e insieme fanno festa.
La festa è una componente essenziale, indispensabile, di ogni persona, una caratteristica propria ed esclusiva della condizione umana, in ogni cultura e condizione sociale.
Proprio perché la Chiesa vuole raggiungere il cuore dell’uomo, oggi ci ricorda che la nostra festa non può avere fine, che Dio ha preparato per noi una festa che si prolunga al di là dei confini del tempo e dello spazio, dove la festa non è circoscritta, ma è una continua esplosione di luce e di pace perenne, una festa che è condivisione della bontà, della tenerezza e della felicità scambievole, in quella vita eterna, di cui nel Credo noi facciamo solenne professione di fede e che attendiamo nella speranza.
Prima fra i discepoli di Gesù risorto a godere di questa pienezza di vita e di comunione senza fine con Dio e con i fratelli, è la vergine Maria, madre e sorella nostra. Lei, la prima credente, è colei che, assunta alla gloria del cielo, partecipa fin da ora al frutto della redenzione, operata da Cristo, suo Figlio, in una vita che non ha fine.
Elevata alla gloria di Dio, in corpo e spirito, Maria anticipa la sorte dei figli di Dio e insieme manifesta la dignità di ogni persona umana, uomo o donna.
Tutti, infatti, siamo chiamati, per grazia, a partecipare della gloria di Dio, che gode di stare con i suoi figli in una festa che non conosce tramonto, in paradiso.
Con tutto il popolo santo di Dio manifestiamo allora la gioia di credere, per godere con Maria della sua beatitudine: “beata Colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.
La fede, ossia la conoscenza intima e personale di Dio, ci fa confidare nel Dio della promessa che ci conduce alla felicità più piena.
La festa dell’Assunzione ci sprona a diventare uomini e donne del Magnificat, ossia persone chiamate alla lode perenne per il grande progetto di Dio su di noi. Maria prende parte alla lode eterna di Dio con gli Angeli e con i Santi del Cielo, mentre noi siamo chiamati a condividere fin d’ora la loro gioia attraverso una vita fondata sulla lode e sul rendimento di grazie.
Lode a Dio, ma anche lode ai nostri fratelli e sorelle con i quali condividiamo il cammino della fede. Pellegrini sulla terra, abbiamo ricevuto la vita come un dono, un atto d’amore per cui non renderemo mai grazie a sufficienza. Così noi crediamo che la morte non è l’approdo finale in cui sarebbe destinato a sprofondare il nostro essere, ma è il passaggio alla nuova vita.
Dignità della condizione umana, nel suo destino di eternità, felicità nel credere, chiamata alla lode: ecco il senso dell’Assunzione che noi abbiamo il compito di spiegare ai nostri contemporanei attraverso una vita che non si accontenta del presente, ma che anela a una felicità senza fine”.