Padre Giovanni Milani, accanto a Carla Santandrea (direttrice del Bassone) e al vescovo Oscar

Nei giorni scorsi padre Giovanni Milani, cappellano del carcere del Bassone di Como, ha salutato la Casa Circondariale per proseguire il suo ministero a Genova.

Una testimonianza, la sua, che ha lasciato il segno, come conferma la lettera di ringraziamento a lui dedicata che abbiamo ricevuto e che, volentieri, pubblichiamo.

Gentile Direttore,

vorrei rivolgere attraverso il suo giornale un ringraziamento al frate che per tanti anni ha camminato insieme ai detenuti e agli operatori della Casa Circondariale di Como.

Padre Giovanni Milani è entrato in carcere a Como nel 2004 e da allora non ha mai smesso di accompagnare le persone che ha trovato in carcere sapendo stare vicino a tutti: detenuti, operatori, polizia penitenziaria, cristiani, atei, mussulmani, evangelici…

Ha incontrato gli uomini e le donne, senza falsità né ipocrisie, capace di relazionarsi con tutti senza cadere nel facile buonismo, senza rinunciare a ripartire sempre “da zero” con tutti, anche quando per i più era chiaro che non ci fosse davvero più nulla da cui partire.

Lo abbiamo visto fare di tutto: confessare, distribuire vestiti a chi ne era senza, occuparsi dei nuovi occhiali necessari a qualcuno, dare la notizia della morte di qualche parente, organizzare vie crucis “alternative”, sostenere detenuti talvolta disperati, addobbare l’istituto per il S. Natale, segnalare le difficoltà personali dei detenuti, consolare il personale in occasione della morte di colleghi….

Durante ilGiubileo della Misericordia sono entrate in carcere davvero tante parrocchie di questa diocesi per condividere la S. Messa e l’incontro con i detenuti, lui d’altra parte ha visitato tutto il territorio per raccontare la realtà del suo servizio e delle persone che in carcere gli erano affidate.

Tante scolaresche hanno fatto in questi anni progetti sulla legalità o per conoscere la realtà del carcere e anche a loro non è mai mancato il suo saluto, il suo intervento denso di partecipazione emotiva e vicinanza.

Quante volte ha aiutato anche economicamente per la realizzazione delle attività!

Voglio però ringraziarlo perché è stato capace di costruire relazioni dentro e fuori dal carcere e il volontariato consapevole e preparato che si è coagulato attorno a lui e al suo servizio ne è la prova.

Ora il suo cammino continua e lui ha preparato lo zaino ed è partito per Genova dove lo aspetta un altro impegno, noi speriamo che nel suo zaino sia rimasto un posticino anche per tutto il carcere di Como che, nel salutarlo con tanto affetto, lo ringrazia con il cuore per tutto ciò che ha fatto qui e per come lo ha fatto ma soprattutto per la speranza che ha saputo dare a ciascuno.

La ringrazio della sua attenzione e disponibilità

Federica Pisani

UNA CAPPELLANIA PRESENTE SIN DAL 1984

Nel 1984, per volontà dell’allora vescovo Teresio Ferraroni e previo consenso del Ministro Provinciale, Alessio Squarise, ai Frati Minori Conventuali fu affidata la Cappellania del carcere di Como. Padre Mario Peruzzo, già parroco dal 15 settembre 1979, fu il primo ad essere nominato Cappellano delle carceri di Como, il 24 novembre 1984. Egli svolse la sua cappellania, inizialmente nella vecchia struttura di S. Donnino in Como, e successivamente nella nuova Casa Circondariale del Bassone, in località Albate, fino al settembre del 1988.

Con il suo successore nella cappellania, padre Luigi Cerea, il mandato ricevuto assunse un notevole impulso, e ciò grazie anche all’opera svolta dai volontari. Padre Cerea rimase in carica fino al 1997, a lui seguì Padre Luigi (Sergio) Piovan, dal 1997 al 2004 e padre Giovanni Milani, dal 2004 alla scorsa settimana.