“Difficile trovare le parole in queste circostanze. È una tragedia che ci unisce come comunità umana. Sono persone che sentiamo come familiari: nella parrocchia avevano trovato un aiuto fondamentale attraverso la fraternità di tanti volontari. Siamo vicini a questa famiglia e a tutti coloro che stanno soffrendo per una vicenda tanto drammatica”.

Sono queste le parole che il vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, ha affidato al Settimanale a poche ore dai tragici fatti di via per San Fermo a Como dove, questa mattina, nell’incendio di un appartamento sono morti un marocchino di 49 anni e tre dei suoi quattro figli: il figlio maggiore di 11, due bambine di 3 e 7 anni. Una quarta figlia, di 5 anni, è ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale Buzzi di Milano.

La mamma dei bambini, moglie dell’uomo, non era in casa perché ricoverata in una struttura specializzata, dove sta seguendo un percorso terapeutico di sostegno psicologico.

Ad appiccare il fuoco sarebbe stato l’uomo: l’incendio si è sviluppato all’interno dell’abitazione, dove la famiglia, seguita dal nucleo tutela minori dei Servizi sociali del Comune di Como, risiedeva nell’ambito di un progetto di “housing sociale”. La casa era stata messa a disposizione dalla “Fondazione Beato G.B. Scalabrini”, realtà che offre alloggio a persone in difficoltà.

“La famiglia era nota alla rete di aiuto e sostegno del Centro di Ascolto di Como – spiegano dalla Caritas -. Il papà non aveva un posto di lavoro fisso e da diverso tempo era senza un’occupazione. Poi la fragilità psicologica della mamma. E i bambini non frequentavano più la scuola”.

“Siamo costernati e disorientati – afferma don Tullio Salvetti, parroco di Monte Olimpino -. Conosciamo questa famiglia da sette anni, prima ancora che si trasferissero nella loro attuale abitazione. Il gruppo “San Vincenzo” della nostra comunità li ha sempre seguiti con attenzione, disponibilità e con gran cuore, dal punto di vista materiale (dagli alimenti ai biglietti dell’autobus…) e personale. Ma la situazione era davvero complessa. Probabilmente il papà temeva che potessero allontanare i bambini”.