I vigili urbani di Como sono intervenuti domenica mattina nei pressi dell’ex chiesa di San Francesco per impedire la distribuzione delle colazioni ai senza fissa dimora da parte di un gruppo di volontari che da sette anni svolgono questo servizio in città.

La motivazione? La situazione era contraria alla nuova ordinanza del sindaco Mario Landriscina sulla tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano. L’ordinanza prevede, infatti, oltre al divieto di “mendicare” anche il divieto di “bivaccare” sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco, presso la Basilica del Crocifisso e in piazza San Fedele e via Boldoni. Il provvedimento può avere una durata massima di 45 giorni.

Di seguito vi proponiamo la lettera dei volontari pubblicata questa mattina dalla pagina facebook di WelCom – Osservatorio Migranti Como.

«NUOVI ERODI MA SEMPRE UGUALI»

«Ieri mattina, come tutte le mattine da più di sette anni, ci siamo recati presso l’ex chiesa di san Francesco a Como per distribuire la colazione (ma soprattutto un’occasione di relazione), alle persone che dormono fuori perché senza casa.

Questa mattina a differenze delle altre mattine ci è stato proibito di farlo perché i nostri semplici gesti sarebbero contrari alla nuova ordinanza del Comune di Como, firmata dal sindaco Mario Landriscina, per ripristinare “la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano”.

Ci è stato detto che fino al 10 gennaio non ci è possibile portare un piccolo simbolo d’amore a queste persone, non ci è possibile perché in vista del Natale non è decoroso.

E allora la rabbia prende l’anima, una rabbia scatenata dall’ipocrisia di chi sputa sui valori più importanti, sulle persone più importanti. Vorresti urlare e dire che questa non è la città che vuoi, che così si aggiunge solo odio in animi già troppo feriti dalla vita, e perché? Con che scopo?

Ci chiediamo di che cosa abbia paura il sindaco della mia città, che cosa gli fa chiudere, sempre chiudere, solo chiudere?

Umiliare, allontanare, emarginare, mi chiedo cosa possa suscitare in questa persone.

Ma ci chiediamo anche in quale specchio si guardino e cosa vedano le persone che continuano ad insultare così i poveri, non comprendendo che il problema non sono i poveri ma la povertà!

A continuare ad allontanare i poveri non si elimina la povertà, la si amplifica, la si fa diventare un nemico, un nemico da combattere.

Se provassimo a guardare in faccia la povertà senza timore, ma solo con il desiderio di sconfiggere lei, non i poveri, allora forse si potrebbero trovare soluzioni e pensieri che possano essere dalla parte dell’essere umano e di un essere umano più dignitoso.

Questo ci sembra allora il Natale: la ricerca di una possibilità, di un’umanità più dignitosa.

Dignità non decoro ci aspettiamo dal nostro sindaco soprattutto a Natale, altrimenti non chiamiamolo Natale!».

IL GRUPPO COLAZIONI