«È stata un’esperienza bella, molto positiva. La risposta dei partecipanti significativa: i giovani si sono messi in gioco e hanno vissuto un forte momento di fraternità, impegnandosi, ciascuno, a portare, nella preghiera, i sogni e i desideri degli altri».

Così don Rossano Quercini, responsabile del Centro diocesano per la Pastorale giovanile, sintetizza il pellegrinaggio diocesano alla Madonna del Soccorso dello scorso 21 aprile. Un appuntamento tradizionale per la Chiesa di Como, nella vigilia della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Un pomeriggio che ha mosso i suoi passi sulla scorta di una domanda: «chiedimi ciò che vuoi io faccia per te».

I giovani, guidati dal vescovo monsignor Oscar Cantoni, hanno percorso le tappe del Sacro Monte di Ossuccio dalla prima cappella fino in Santuario, recitando il Rosario e ascoltando le meditazioni di loro coetanei: Elena (Piccola apostola della Carità, della parrocchia di Sant’Agata in Como); Francesca (novizia delle Suore di Santa Giovanna Antida, della parrocchia di Lipomo); Erica e Stefano (coppia di sposi, della parrocchia di Olgiate Comasco – la loro testimonianza è stata letta: erano assenti causa bimbi malati); Mara (novizia del Monastero del Monte Carmelo di Concenedo di Barzio, originaria della parrocchia di San Nicolò Valfurva); Alessio (seminarista di Prima Teologia del nostro Seminario diocesano, della parrocchia di Ponzate). La lectio del Vescovo Oscar, all’arrivo in Santuario, ha avuto come filo conduttore un episodio della vita del giovane re Salomone (“Il sogno di Gabaon”).

«Salomone – ha sottolineato il Vescovo – pur riconoscendo la propria giovane età e inesperienza, sente il peso della responsabilità del popolo che gli è stato affidato… e sceglie di mettersi in ascolto, di mettersi in gioco».

Monsignor Cantoni ha sollecitato i giovani a non avere paura di «vivere la propria vita come servizio», in ogni ambito, perché si diventa santi anche impegnandosi per il bene comune. Nella riflessione il Vescovo, riprendendo la frase «chiedimi ciò che vuoi io faccia per te» (rivolta in sogno da Dio a Salomone), ha evidenziato come il giovane re chiese «un cuore docile (capace di ascolto), un cuore abitato dallo Spirito Santo… Non chiede a Dio che lo sostituisca: gli chiede la forza di essere se stesso, all’altezza della situazione. E non pretende sconti o tempi lunghi…

Cosa dice papa Francesco? Non dobbiamo aspettare di essere perfetti per rispondere il nostro generoso “eccomi”, né spaventarci dei nostri limiti e dei nostri peccati, ma accogliere con cuore aperto la voce del  Signore. Ascoltarla, discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo e infine viverla nell’oggi che Dio ci dona». E ancora: Salomone domanda di essere giusto e capace di governare il popolo con rettitudine.

«Non ha voluto, insomma, “doni mondani” – ha ribadito il Vescovo –.: il Signore gli concesse un cuore saggio e intelligente». Quale insegnamento trarre per la nostra vita, giovane? Di saper: «Chiedere al  Signore la grazia di prepararci a vivere a fondo e responsabilmente la missione a cui egli ci destina, sapendo che chi opera il bene verrà anche contraddetto; interrogarsi a fondo sui doni ricevuti, cercando di coltivarli e approfondirli, senza lasciare a Dio le responsabilità che dipendono da noi». Ma anche di: «Non avere paura di compromettersi negli impegni costosi, senza delegare ad altri, perchè la nostra presenza è preziosa e insostituibile: quello che sei tu è un tesoro prezioso e unico, nessuno è come te. Senza di te, manca un pezzo nella creazione di Dio; soppesare le forze e credere che se Dio ti chiede qualcosa, ti dona anche la forza di compierla».

L’incontro è stato occasione per presentare ai giovani don Pietro Bianchi, il quale dall’estate sarà il nuovo responsabile diocesano della Pastorale Giovanile Vocazionale, e don Michele Pitino, anche lui, dall’estate, referente del Centro diocesano vocazioni.

Giornata vocazioni 2018: intervista a Don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per le vocazioni