E’ stata una serata di festa quella di mercoledì 13 giugno alla parrocchia di S. Martino a Rebbio con la S. Messa celebrata da don Christian Ghielmetti e don Patience Keuf Keuf Kalkama, giovani missionario del Pime originario della diocesi di Maroua-Mokolo. 

I due novelli sacerdoti – ordinati entrambi il 9 giugno scorso, rispettivamente a Como e Milano – si erano conosciuti nel 2008 in occasione di un viaggio organizzato dal Centro missionarario diocesano proprio in Camerun per far visita alla missione diocesana attiva nel nord del Paese.

Padre Patience con don Giusto Della Valle, Alda Vola e Brunetta Cincera, l’equipe di fidei donum che erano in missione a Mokolo villaggio natale del sacerdote novello.

Alla celebrazione erano presenti anche alcuni giovani che avevano partecipato con don Christian al viaggio in Camerun e alcuni fedeli della parrocchia di Osmate dove don Patience ha prestato servizio in questi ultimi anni.

“Ricordo quando ero nella parrocchia di Mokolo-Mboua e Patience serviva la messa”, racconta don Giusto Della Valle missionario fidei donum proprio a Mokolo. “La sua vocazione è cresciuta – continua don Giusto – frequentando la Comunità di S. Egidio e, soprattutto, i padre del Pime che erano presenti nel nord del Camerun: padre Silvano Zoccarato, padre Piergiorgio Cappelletti e tanti altri”.

Entrato nella congregazione Patience ha frequentato gli studi in filosofia a Youndé nel seminario internazionale del Pime, prima di trasferirsi in Italia per la teologia. Tra pochi giorni farà ritorno in Camerun dove è stato destinanto proprio al seminario della capitale con il ruolo di formatore.

Al termine della celebrazione don Giusto ha voluto consegnare ai due sacerdoti dei doni a nome dei presenti. A don Christian ha consegnato una croce che era appartenuta a don Renzo Scapolo con l’augurio di poter proseguire nel suo impegno di apertura e accoglienza. E a Patience, insieme alle offerte raccolte durante la celebrazione, il dono di una foto del beato Oscar Romero perché, tornato in Camerun, possa essere apostolo di “liberazione” per il suo popolo.