In seguito all’accoglienza, più che distaccata, riservata a Gesù da parte dei suoi concittadini di Nazareth, viene il tempo per il Maestro di scommettere sui suoi discepoli, di chiedere loro di mettersi in gioco per vivere in pienezza la loro missione: «Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare» (Mc 3, 14).

Si tratta di un cammino impegnativo, impensabile da affrontare in solitaria: «prese a mandarli a due a due» (Mc 6, 7a). Ha uno scopo ben preciso: «dava loro potere sugli spiriti impuri» (Mc 6, 7b). Il carisma dei Dodici è quello di Gesù, è la Sua autorità che Egli conferisce loro: non sono inviati semplicemente a fare del bene a titolo personale o associativo, ma ad agire nel nome del Signore, a prolungare la Sua azione di salvezza.

Per questo, è importante sottolineare lo stile richiesto: «E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Mc 6, 8-9). Nascosto, ma non troppo, dietro la ricchezza ed il prestigio vi è il rischio del paganesimo che fa compiere alla Chiesa mille divagazioni fino a farle perdere di vista il suo fine ultimo: la sconfitta del male e la conversione del mondo. Dall’insieme di tutte le raccomandazioni di Gesù trapela una certa ansia: bisogna fare in fretta, non c’è tempo da perdere per poter gridare a tutti (… «La messe è abbondante»: Mt 9, 37b) il progetto di Dio. Con questo “bagaglio”, ben ordinato, partono, dunque, i Dodici ad incontrare la gente, a condividere la loro quotidianità, a ungere gli ammalati con l’olio della consolazione.

Sono molti gli stimoli per tutti, pastori e gregge, a rivedere il proprio modo di essere Chiesa alla luce di questa pagina, che presenta i veri e propri “pilastri” dell’azione pastorale. È un augurio per tutte le comunità, sia quelle che vivono lo “svuotamento” tipico del periodo delle ferie, sia per quelle che sono chiamate, insieme ai turisti e agli ospiti, a più intense esperienze ecclesiali. La riflessione e l’azione portino entrambe ad un unico centro: «È il Signore» (Gv 21, 7b).

don MICHELE PAROLINI