«Sono sereno, continuiamo a lavorare fedeli ai verbi suggeriti da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».

Contattato da Il Settimanale don Giusto Della Valle non aggiunge altro quando gli chiediamo un commento sul gesto dimostrativo – rivendicato da Forza Nuova – che, questa notte, ha affisso uno striscione all’esterno dell’oratorio di Rebbio.

«Non vale la pena dare ulteriore visibilità a gesti di questo tipo», ha chiosato il sacerdote.

«Don (in)Giusto si occupi di Chiesa e non di politica». Questo il contenuto dello striscione, rimosso nelle prime ore di questa mattina,  e accompagnato da una rivendicazione su facebook dai contenuti molto forti, in cui si accusa il sacerdote di «interessi nel business dell’immigrazione, mascherati da buonismo e carità cristiana». E ancora: «Disattenzione nei confronti degli italiani e degli anziani con pensione da fame».

Don Giusto, per 12 anni fidei donum nella missione diocesana in Camerun prima di essere nominato parroco di Rebbio nel 2011, come detto va avanti in silenzio.

L’azione si ricollega ad alcune dichiarazioni di don Della Valle dopo l’annuncio della chiusura del Centro migranti di Como, intervento nel quale il prete chiedeva al volontariato di impegnarsi nell’accoglienza con tutti i mezzi possibili.

Intanto la città si sta mobilitando per esprimere solidarietà al sacerdote, che, da tempo, senza convenzioni, «sostenuto dalla provvidenza e dalla generosità di tante persone di buona volontà» – come è solito dire a chi gli chiede come fa –, ha aperto le porte dell’Oratorio e della sua casa ai migranti e quotidianamente sostiene famiglie in difficoltà e senza tetto, affrontando le difficoltà dell’integrazione e della convivenza con le situazioni di fragilità.

Questa mattina è arrivata anche la solidarietà delle associazioni cattoliche del territorio.

Acli, Caritas e Azione Cattolica esprimono solidarietà a don Giusto Della Valle e alla comunità di Rebbio