A sei mesi esatti dalla frana che il 29 maggio 2018 ha interessato Gallivaggio ci siamo chiesti: come sta il Santuario? E le sue opere? Dove sono conservati i beni che sono stati portati via per ragioni di sicurezza?

Sono queste le domande a cui prova a rispondere il numero del Settimanale in uscita grazie agli interventi di don Andrea Straffi, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Arte e i beni culturali ecclesiastici, e dell’ingegner Virgilio Scalco, progettista incaricato dalla Diocesi di Como per il progetto di ripristino.

Solo un’anticipazione: il costo complessivo degli interventi necessari al ripristino delle strutture che fanno parte del complesso munumenrale e religioso della Madonna di Gallivaggio (non solo il santuario, ma anche la torre campanaria, la casa del cappellano, la cappella sulla strada statale, l’antica osteria ecc.) ammonta secondo le previsioni a 6 milioni di euro.

La riapertura del santuario ai pellegrini non avverrà prima del 2022.

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