Mentre in Perù, le spoglie mortali di don Ugo De Censi hanno compiuto una vera e propria peregrinatio da Lima, luogo del funerale, a Chacas, luogo della sepoltura, toccando chiese e paesi dove è attiva l’Operazione Mato Grosso, nella collegiata di Sondrio il vescovo Oscar Cantoni ha celebrato una Messa in suffragio del missionario salesiano.

Una chiesa gremita di fedeli ha accolto monsignor Cantoni per una celebrazione gioiosa, come piaceva al Don Bosco delle Ande – così è stato più volte chiamato il fondatore dell’Operazione Mato Grosso -, ricca di canti e testimonianze di coloro che hanno seguito il suo insegnamento di fede, pur a migliaia di chilometri di distanza. Tra loro anche Marta, la sua nipote più grande, che ha raccontato ai presenti la figura di padre Ugo. E tra i canti anche Solo la bondad, sua canzone preferita, e Ave Maria Auxiliadora, scritta dallo stesso sacerdote.

Proponiamo alcuni passaggi dell’omelia di monsignor Cantoni, che ha proposto una riflessione a partire dal Vangelo dell’Annunciazione, proclamato nella liturgia prefestiva della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

«Noi siamo incapaci non solo di prevedere, ma anche di constatare la grandezza della missione che Dio ci affida, così come padre Ugo non poteva certo immaginare tutto il bene che egli avrebbe seminato, coinvolgendo nella operazione Mato grosso un così grande numero di presenze, segno di una proposta affascinante, a cui molti giovani hanno aderito, riconoscendola come uno strumento valido per mettere la loro vita a servizio dei poveri, come Gesù, che non è venuto per essere servito, ma per servire».

«Padre Ugo ha aiutato i giovani a vivere nella fede del Cristo risorto strappandoli da una vita senza senso e conducendoli pian piano alle sorgenti della grazia, là dove si impara a vivere da figli e a condividere la sorte dei fratelli, specie dei più poveri, quelli che meritano attenzione e rispetto, perché sono i più amati dal Signore Gesù, quelli nei quali egli si identifica: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete, e mi avete dato da bere…”».