Oltre mille post-it. Ciascuno con una preghiera. Per le vocazioni, per la Chiesa, per la pace. Un successo inaspettato lo stand dell’European Vocation Service, realizzato dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Cei, all’interno della Fiera vocazionale della Gmg, al Parque Omar di Panama. “Metti la tua preghiera per le vocazioni”, era la proposta dello stand europeo tra i 150 esposti nel parco. “Una proposta semplicissima”, spiega don Michele Gianola, sacerdote della diocesi di Como alla guida dell’Ufficio Cei.

“La cosa interessante è che molti si sono fermati. C’è stata quindi anche la possibilità di uno scambio. Alcuni ci hanno chiesto di pregare per il Venezuela. L’effetto mi ha stupito”.

Si è sempre detto che durante le Gmg nascono molte vocazioni. È così?

Dio chiama sempre. La Gmg può essere un’occasione nella quale dentro l’ascolto della parola del Papa, dentro un’esperienza di Chiesa così universale, questa chiamata può essere sollecitata. La cosa che a noi però interessa di più è che dopo la Gmg si continui ad accompagnare i ragazzi. La vocazione come la vita passa nelle relazioni personali, sul territorio, dentro la realtà. Mi sembra, per esempio, che l’esperienza vissuta con “Mille strade” la scorsa estate sia stata molto interessante perché indicava uno stile, quello del camminare con i ragazzi. Solo camminando con loro, si può scoprire cosa sta sorgendo nella loro vita e individuare i segni dello Spirito che già opera nel loro cuore.

Cosa direbbe ad un giovane?

Ognuno ha già una Parola da ascoltare da parte di Dio. Il bello di accompagnarli spiritualmente è riuscire a cogliere e capire insieme qual è la Parola che Dio ha detto loro. È, in sostanza, il tema di questa Gmg. “Ecco la serva del Signore:avvenga per me secondo la tua parola”. Non è una parola in generale, ma una parola che Dio dice a ciascuno. La vocazione è questa: ricevere una parola di Dio e acconsentire affinché questa parola si possa realizzare nella vita.

Sembra però che oggi Dio non parli più?

Ognuno ha la sua vocazione. Ogni uomo ha una vocazione, qualcosa da fare nella vita. Il calo numerico di vocazioni a vite di speciale consacrazione è una questione di cui prendere atto, ma non credo assolutamente che il Signore sia diventato afono. È certamente una domanda da farsi. Credo però che bisogna spostare la visione. Dal punto di vista vocazionale, il testo di Giovanni 4 è molto interessante. È il brano del Vangelo che racconta dell’incontro di Gesù con la Samaritana nel deserto di Samaria. Quando i discepoli tornano, Gesù dice: levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. In realtà, non c’è nulla davanti a loro. C’era solo il deserto della Samaria. Significa che Gesù vede oltre, un pezzettino più avanti perché sa che la parola seminata nel cuore della Samaritana, porterà frutto. Noi dal punto di vista vocazionale, dobbiamo fare lo stesso: vedere un po’ più avanti. Il Signore ha fiducia, perché già vede la vita nuova che è in ciascuno di questi ragazzi.

Intervista realizzata da Maria Chiara Biagioni per Agensir.it

Sul prossimo numero del Settimanale tutti i racconti dalla delegazione comasca a Panama.