Dal 4 al 10 marzo 2019 anche ATS Insubria partecipa all’appuntamento con la Settimana Mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale.

Si tratta del 13° anniversario della Campagna, promossa dal WASH – World Action on Salt & Health – alla quale la SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana – ed il Gruppo Intersocietario MenoSalePiùSalute hanno aderito, fin dall’inizio.

La Campagna 2019 è dedicata, in particolare, all’età evolutiva ed alla riduzione progressiva del sale nei pasti, a casa e nella ristorazione collettiva. La novità significativa della 13° edizione è relativa alla decisione del Consiglio Direttivo di SINU che ha inserito all’interno della campagna del sale anche una specifica attenzione alla riduzione del consumo eccessivo di zuccheri, un contributo concreto alla lotta all’obesità.

Il pieghevole della campagna mette in evidenza poche e fondamentali regole a cui far riferimento per ridurre sale e zuccheri: limitare la quantità di sale e di zuccheri aggiunti in cucina e a tavola, controllare il contenuto di sale e di zuccheri sull’etichetta nutrizionale dei prodotti, preferire gli alimenti meno ricchi di sale e di zuccheri aggiunti e abituarsi gradualmente ad un gusto meno dolce e meno salato.

«Siamo impegnati a supportare la Campagna per la Riduzione del Consumo di Sale fin dalla sua prima edizione – spiega la dott.ssa Maria Antonietta Bianchi responsabile dell’Unità di Qualità della Nutrizione di ATS Insubria – e operativamente contattiamo tutte le aziende che aderiscono ai programmi WHP e le ristorazioni collettive per orientare i gestori e i consumatori verso una dieta a ridotto contenuto di sale e, da quest’anno, anche di zucchero. Siamo poi presenti attivamente sui social per l’intera settimana e mensilmente con il materiale WASH, ma anche con prodotti comunicativi realizzati con materiale da noi elaborato per fornire costantemente suggerimenti per una nutrizione equilibrata».

L’abuso di sale nella dieta degli italiani aumenta la pressione arteriosa, il rischio di ictus, di infarto e di malattie renali. La maggior parte del sale introdotto con la dieta è quello già presente nei prodotti che acquistiamo. Diversi alimenti, naturalmente poveri in sale, subiscono infatti un trattamento tecnologico di trasformazione che li rende più salati. Leggendo l’etichetta è possibile comprendere quanto sale si consumi ogni giorno insieme alla famiglia.

In Italia il consumo medio di sale pro-capite è stimato pari a circa 10 grammi giornalieri. Questa quantità è il doppio rispetto a quanto indicato dagli esperti come assunzione giornaliera massima nell’adulto.

Per ridurre il consumo del sale basta prestare attenzione a 5 punti:

eliminare la saliera

– incoraggiare i più giovani a non aggiungere ai piatti i condimenti salati

fare un uso generoso di erbe e di spezie al posto del sale, il gusto si abituerà rapidamente

preferire frutta e verdura fresche a formaggi e di salumi

– controllare l’etichetta dei prodotti acquistati e scegliere quelli meno salati

– acquistare pane, cracker e prodotti da forno con meno sali.

Se proprio si trova il proprio menù insipido: va bene solo un pizzico di sale, ma iodato.

ATS Insubria segnala che sul sito di SINU è possibile auto-valutare la propria aderenza alla dieta mediterranea, attraverso un questionario sul consumo del sale presente alla pagina: “I Questionari SINU” (clicca qui). Sul medesimo sito è possibile trovare anche ulteriori approfondimenti nella sezione “Meno Sale più Salute” (clicca qui), che gli esperti di ATS consigliano di visitare per perseguire un’alimentazione sempre più consapevole.