“I padroni della Terra” è questo il titolo del rapporto annuale curato da Focsiv che affronta il tema dell’accaparramento della terra (land grabbing). Un fenomeno guidato da interessi economici e politici di poteri sovrani ed imprenditoriali che si svolgono al di sopra dei diritti, dei bisogni e delle speranze delle comunità locali. Il fenomeno si concretizza attraverso l’acquisto, l’affitto sottocosto (in molti casi per tempi lunghissimi, fino a 99 anni) o l’espropriazione dei terreni alle popolazioni locali per grandi coltivazioni, spesso a monocultura, e per lo sfruttamento di risorse naturali.

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Il rapporto parte da una considerazione: la globalizzazione ha reso il nostro Pianeta un unico grande villaggio governato dalla finanza mondiale, e sempre più spesso ci dimentichiamo che questo mondo è anche finito, limitato, e le sue risorse, in particolare quelle non rinnovabili, sono sempre più scarse. In questo quadro globale, i padroni della terra non sono più i suoi custodi ma ristrette élite politiche, finanziarie ed economiche che decidono dello sviluppo di tutti, sfruttando ed esaurendo beni comuni insostituibili (terra e acqua in primis).

La ricerca evidenzia come siano stati già “venduti” 71 milioni di ettari di terra per un totale di 1.800 contratti di acquisto o locazione. I casi di accaparramento citati riguardano la Repubblica Democratica del Congo, Madagascar, Mali, Etiopia e Amazzonia peruviana.

Le due pagine pubblicate sul giornale in uscita giovedì 6 giugno.