Venerdì 14 giugno, alle 18, alla Pinacoteca civica di Como, la Cgil di Como e l’Auser presentano il libro edito da Nodo Libri su Gianfranco Garganigo, lo storico dirigente sindacale venuto a mancare a giugno di due anni fa a seguito di un incidente domestico.

All’incontro saranno presenti l’autore Fabio Cani, il segretario della Cgil di Como Giacomo Licata e la segretaria dell’Auser Lombardia Lella Brambilla. Molti fra conoscenti e amici porteranno i loro ricordi e testimonianze.

«Dedicare questa iniziativa editoriale a Gianfranco Garganigo – il commento Licata – non è solo un atto doveroso nei confronti di una persona che ha destinato la propria vita alla storia della Cgil e della sinistra comasca. Il racconto biografico del suo impegno politico e sindacale, che si inserisce nella collana di “Vite militanti” inaugurata qualche anno fa dalla Camera del Lavoro di Como, è “una scelta politica necessaria”, un’idea che matura con Gianfranco ancora in vita perché di testimonianze come quelle di Garganigo ci sarebbe ancora bisogno. Servirebbe la sua esperienza politica e sindacale per orientarci in questo contesto sociale privo ormai di riferimenti».

Ne riportiamo il ricordo, pubblicato sul Settimanale nel giugno di due anni fa, dopo le esequie, scritto da Maria Grazia Gispi.

Il cimitero di Nesso è ricavato dalla montagna che scende a capofitto nel lago. Un rettangolo a sbalzo, gli si affacciano gli ulivi. È raro che qui si affollino così tante persone come lunedì mattina. Il cimitero ordinato di paese faticava a contenere gli amici, colleghi, compagni che si sono stretti attorno alla famiglia di Gian Franco Garganigo, alla moglie Albertina e ai due figli, Ivan e Matteo, nel rito laico di saluto.

Un maledetto incidente, un passo falso giovedì pomeriggio su un muretto nella sua amatissima Nesso e Gian Franco è caduto battendo la testa. Trasportato in urgenza, con l’elisoccorso, all’ospedale di Gravedona, è stato operato nella notte tra giovedì e venerdì.

Lunghe ore in attesa, Como è rimasta con il fiato sospeso, ma già il dramma era chiaro e la situazione gravissima fino alla notizia peggiore arrivata nella serata di venerdì. Riassumere la vita, gli impegni, i progetti di Gian Franco è quasi impossibile, formato dalla lunga militanza nel Partito Comunista Italiano, fu segretario della Cgil Como dal 1983 al 1993. Assunse poi la guida del Sindacato dei Pensionati comaschi, passò alla direzione dell’Auser, associazione di promozione sociale per l’invecchiamento attivo, prima a livello regionale, impegno che assunse con entusiasmo, poi a livello provinciale, facendosi promotore di servizi di assistenza domiciliare come Il Filo d’Argento. Con lo stesso spirito di dedizione e di servizio, spinto da una inguaribile curiosità e tensione verso la progettazione e l’innovazione, era Presidente dal 2013 dell’Associazione del Volontariato Comasco – Centro Servizi per il Volontariato che a lui si è affidato nella fase delicata di un cambiamento organizzativo in atto e necessario per saper accogliere l’esigenza di sostegno allo sviluppo del nostro territorio. Hanno provato a restituirne un ritratto gli amici, lunedì mattina, sotto il sole impietoso, nel silenzio di una estate appena agli inizi. Desideroso di imparare, interessato a tutto, con scrupolo. Aveva sempre con sé i suoi appunti, scritti fitti e a mano con una bic «Quante sottolineature, note e quanta elaborazione, fatica e passione. Era quella di Gian Franco una intelligenza inquieta, vivace» è il commosso ricordo di Alessandro Tarpini. Ricordi di cene, discussioni, «uomo che sapeva ascoltare, oltre che parlare e dare indicazioni con cura, attenzione, sempre con passione» sono le parole di Lella Brambilla, per Auser. Amleto Luraghi, dirigente sindacale comasco, ha restituito la vicinanza di un amico. Arnaldo Chianese, vicepresidente di AVC-CSV ha tratteggiato il profilo di una persona aperta, leale, capace di accogliere le divergenze. Insieme a loro, tra gli altri, Mauro Guerra, Chiara Braga, Luca Gaffuri, Gianstefano Buzzi, tutti i segretari delle categorie della Cgil, il presidente e la direttrice generale di Fondazione Cà d’Industria, Graziella Falaguasta, Assunta Peluso, Francesco Beretta, Gabriella Bonanomi, Gianpaolo Rosso, Fabio Cani, è un elenco interminabile di rappresentanti delle associazioni, presenti come amici, smarriti. Di Gian Franco Garganigo, Martino Villani direttore del CSV ha scritto: “Un presidente conosciuto ma soprattutto riconosciuto, con cui è stato facile lavorare perché dava fiducia e ispirava fiducia, informato, curioso e consapevole dei cambiamenti socioculturali in atto, capace di letture attente e prospettiche, capace di ascoltare. Un presidente più interessato all’imparare che all’insegnare e al pontificare, capace di valorizzare gli altri e disinteressato al presenzialismo, attento a gestire le divergenze e disponibile, sempre e comunque, al dialogo e alla fatica del ricominciare, per trovare una soluzione adeguata, capace di creare legami e di sostenere la condivisione e il sostegno reciproco. Un presidente generoso. Un presidente che non c’è più, ma che ci ha lasciato tutto questo”.