La Casa Circondariale di Como è al collasso. A denunciarlo è il comparto sicurezza della Cisl di Como, che lamenta i seri problemi di sovraffollamento e ripetuti episodi di violenza nei confronti del personale di polizia penitenziaria. “Il numero dei detenuti è ormai al tracollo – scrive la Cisl in una nota – a fronte di un numero di agenti inferiore al previsto”.

A corredo di questo articolo alcune immagini scattate da Marco Gatti all’interno della Casa Circondariale di Como

Ad oggi presso il carcere del Bassone di Como sono presenti 465 detenuti (419 uomini e 44 donne), a fronte di 191 agenti di polizia penitenziaria (173 uomini e 18 donne). Gli spazi all’interno del complesso sono suddivisi 6 sezioni comuni (di cui 4 a custodia aperta, cioè in cui le celle restano aperte dalle 8 alle 20); 1 sezione infermeria; 1 reparto osservazione; 1 reparto trans; 1 sezione semiliberi /articoli 21 e 1 sezione femminile.

“Quasi il 70% dei detenuti presenti nel carcere comasco è di nazionalità straniera – prosegue la nota della Cisl – e presenta diversi problemi, tutti di difficile soluzione, a causa anche della difficoltà di contatto con i paesi di origine, che genera nervosismi i quali spesso degenerano in atti di autolesionismo o in aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria che, all’interno del carcere, non ha alcun mezzo di difesa. Di fronte ad attacchi da parte di detenuti con manici di scopa, gambe di tavolo ed altre suppellettili gli agenti possono soltanto ripararsi dai colpi e sperare che i danni subiti non siano permanenti; inoltre, agli atti di aggressione rivolte al personale di Polizia Penitenziaria l’Amministrazione risponde con blande punizioni di “pseudo-isolamento”. Presso la sezione infermeria, si denuncia la presenza di diversi soggetti extracomunitari con problemi psichiatrici che, giornalmente, creano problemi al personale di vigilanza, ai medici e agli infermieri che prestano la loro opera all’interno del Reparto. Questi oltre ad arrecare problemi al personale civile e militare, creano disagi anche agli altri detenuti, costretti a condividere con loro la carcerazione. Proprio uno di questi detenuti, domenica 30 giugno u.s. ha sferrato un pugno al volto di un agente di servizio di vigilanza in sezione solo perché responsabile di aver chiesto il rispetto delle regole. L’agente aggredito è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari del nosocomio cittadino, da cui veniva dimesso con una prognosi di giorni 10”.

“La FNS CISL – conclude la nota – stanca di questa situazione, chiede interventi urgenti da parte degli organi competenti affinché vengano assunti urgenti e risolutivi problemi nei confronti di quei detenuti che si rendono responsabili di aggressioni ai danni degli operatori penitenziari. Una circolare di ultima emanazione, a firma del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, prescrive che i detenuti che si fossero resi responsabili di atti di aggressione ai danni del personale sarebbero stati trasferiti con urgenza in altre strutture fuori Regione. Dobbiamo denunciare che quanto affermato sulla carta non trova riscontro nella realtà: basti pensare che da pochi giorni è stato trasferito a Como un detenuto di nazionalità egiziana resosi responsabile, oltre che di atti di aggressione e danneggiamenti vari, anche dell’aggressione del Comandante dell’Istituto in cui era ristretto. Quest’ultimo episodio evidenzia come queste persone non abbiano nulla da perdere e non riconoscono l’autorità in coloro che indossano un’uniforme all’interno delle carceri Italiane”.