Sarà un’estate di riflessione per i dipendenti della Canepa, la storica azienda leader nella tessitura serica di fascia alta, la cui casa madre è a San Fermo della Battaglia, in provincia di Como. Nelle scorse settimane i sindacati sono tornati ad incontrare i dipendenti, per spiegare loro i contenuti dell’accordo raggiunto con l’azienda e degli strumenti previsti per la gestione degli attuali 53 esuberi.

La sede Canepa di San Fermo della Battaglia

A spiegare al Settimanale la situazione è Doriano Battistin, che sta seguendo la partita per la Filctem Cgil di Como.

Doriano, ci riassuma qual è l’attuale situazione oggi in Canepa.

«Lunedì della scorsa settimana abbiamo raggiunto un accordo utile di gestione degli esuberi che ha superato la procedura di licenziamento aperta con la dichiarazione di 63 esuberi. Siamo riusciti a scendere di dieci unità, il che non è poco. Ma non dimentichiamo che dietro ogni “esubero” c’è una persona, una famiglia, una storia personale…»

53 esuberi rispetto ad un totale di quanti dipendenti?

«Ad oggi sono 365. Resta dunque un’azienda con un numero di addetti importante… Andiamolo però a spiegarlo a questi 53, di cui è evidente e comprensibile il dramma sociale…»

Il vostro giudizio sull’accordo raggiunto è positivo?

«Certamente. La validità dell’accordo si basa, in primis, sul fatto che, con l’impegno dell’azienda e la collaborazione di Confindustria, è prevista una fase di aiuto alla ricerca di un’occupazione per il personale in uscita, cercando possibili collocazioni in aziende del territorio. Dopo di che la gestione degli esuberi avverrà in primo luogo attraverso le uscite di chi manifesterà la volontà di cercare un altro impiego. Le disponibilità di questa natura dovranno manifestarsi entro il 6 settembre. I tempi sono molto brevi perché non vi è più possibilità di accendere ulteriori ammortizzatori sociali e il 13 settembre terminerà l’attuale cassa straordinaria. E non potranno esserci ulteriori proroghe. Un’ulteriore nota positiva dell’accordo è che l’azienda si è dichiarata disponibile ad accogliere soluzioni alternative al licenziamento all’interno dell’azienda».

Vale a dire?

«Traduco: vi sono esuberi in determinati reparti? Noi stiamo cercando di proporre, reparto per reparto, una sorta di part-time solidale, in base al quale se i dipendenti si dichiarano disposti a ridurre di un certo numero le ore di lavoro potrebbero consentire il mantenimento delle risorse necessarie per evitare il ricorso a licenziamenti. Si tratta di un’opzione prevista nell’accordo e rispetto alla quale, lo ripeto, l’azienda si è espressa positivamente. Insomma è il collega di lavoro a full time, che non rischia, che può scegliere se ridursi o meno lo stipendio, così da consentire al collega in esubero di tenersi il posto di lavoro, cedendogli le sue ore».

Perché è per voi così importante la questione del part-time?

«Perché tutte le parti coinvolte in questo percorso reputano che il piano industriale presentato dall’azienda sia molto credibile. Si tratta di un piano che guarda al futuro, al centro c’è il rilancio dell’azienda, in cui è anche previsto un contenimento dei costi, ma che punta soprattutto sul suo rilancio. Un piano dunque serio, positivo, certo non veloce, ma che lascia segni di speranza. Lo stesso Canepa si è manifestato molto fiducioso dai segnali che ha lanciato al mercato. Da qui la condivisione sul part-time, che permetterebbe all’azienda di mantenere le professionalità di cui dispone, utilizzandole in misura minore in questa fase, ma senza rischiare di perderle, per poter così puntare sul rilancio nel momento in cui mutasse il mercato. Al termine di questi sei mesi, nella tarda primavera, si potrà capire se ciò che è stato seminato avrà portato qualche frutto. Si tratta insomma di una scommessa che vede tutti coinvolti. Noi siamo fiduciosi, perché, lo ripeto, il piano è credibile e vale assolutamente la pena di provarci».

Se un lavoratore non si dichiarasse disposto né all’uscita volontaria né al solidale?

«In base all’accordo: fino al 6 settembre l’azienda userà come criterio esclusivo la “volontarietà”, e comunque fino al 14 settembre, giorno successivo alla scadenza della cassa straordinaria, non potrà licenziare nessuno. Dopo quella data, in base all’accordo, l’azienda si riserva di intimare i licenziamenti in un arco temporale di 180 giorni (e non più 120), utilizzando i criteri di legge. A quel punto, quando l’azienda intimerà i licenziamenti, i lavoratori potranno decidere se conciliarli con un incentivo, o ricusarne le cause».

Un’estate di riflessione, in vista di un autunno caldo. Il cammino per salvare la Canepa non si ferma.