«La legge prevede il divieto assoluto di vendita di alcolici ai minori di 18 anni, ma posso assicurarvi che vi sono molti modi per aggirare questo divieto e che per un adolescente trovare il modo di bere è tutt’altro che complicato».  (Dalla testimonianza di Marco)

«Ho un ricordo, indelebile. È quello del volto di tante ragazze, mie coetanee ma anche molto più giovani, trasformato in una maschera irriconoscibile. Il trucco impastato, stropicciato, sciolto in tanti rivoli, le guance rigate… sicuramente un’immagine ben diversa da quella che avrebbero voluto dare di sé». (Un ex soccorritore della Croce Azzurra)

«A che ora devo venirti a prendere?». Mentre rivolgo questa domanda a mio figlio, poco più che adolescente, sento tutto il peso dell’abisso tra il mio mondo e il suo. Da una parte il desiderio, suo, lecito, sacrosanto, di godersi questo periodo della vita in leggerezza, senza pensieri, distratto dagli impegni e dalle responsabilità. Dall’altra l’ansia che mi opprime quando lo vedo uscire di casa e non so mai bene chi frequenta, perché alla domanda: «Dove vai?», la risposta è sempre la stessa: «A Como», se poi azzardi un «Con chi?», ecco il mantra che ritorna «Non li conosci», per poi sciorinare nomi impensabili, chissà se veri o fittizi, tanto per regalarti lo zuccherino». (Dal racconto di un padre).

Questi sono tre frammenti della nostra inchiesta sul mondo dei giovani e l’alcol che pubblicchiamo sul numero speciale in uscita. Un’edizione che, come ogni anno in occasione della Giornata de “Il Settimanale” (con il lancio della campagna abbonamenti 2020), esce in tiratura più che raddoppiata rispetto al normale così da poter raggiungere tutte le comunità della diocesi di Como.

Lo troverete sabato e domenica in distribuzione gratuita in tutte le parrocchie della Diocesi di Como. Buona lettura!

Oltre a queste testimonianze dirette abbiamo parlato del tema con il comandante della polizia locale di Como, Donatello Ghezzo, con il responsabile delle pubbliche relazioni del Libe Winter Club di Como (e consigliere comunale di Como) Antonio Tufano, con don Andrea Messaggi, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale scolastica, e con il pediatra Piercarlo Salari.

 Di seguito il commento del direttore don Angelo Riva

L’adolescente più famosa del pianeta – Greta Thurnberg – va dicendo in giro agli adulti «ci avete rubato i sogni». C’è dell’enfasi, ma anche una scomoda verità. Non si tratta solo – com’è probabile – di non poter più garantire alle nuove generazioni gli stessi agi conosciuti dai loro genitori. Il problema è di aver inventato – noi adulti – un mondo che combina insieme l’imperativo del godimento «off limits» (travestito da «sano divertimento») con la dittatura del denaro («gli affari sono affari»), che tale godimento si ingegna in tutti i modi di procurare e di esaudire. E a farne le spese sono appunto i sogni dei ragazzi del nostro tempo.

Che si appropriano dell’iperbole cantata da Lucio Battisti («guidare come un pazzo a fari spenti nella notte, per vedere se poi è tanto difficile morire»), e il mondo adulto si ingegna di renderla accessibile.

Salvo poi raccogliere i cocci dei sogni infranti. L’inchiesta del Settimanale che presentiamo – su minorenni, locali notturni e consumo di alcol –, nata dalla provocazione di un giovane sacerdote (don Michele Pitino) molto a contatto con il mondo giovanile, è un affresco eloquente. E’ il nostro mondo liberale, mercantile e competitivo che blandisce e poi sequestra i sogni dei ragazzi.

«I sogni non esistono più. Semplicemente perché ce li distruggiamo a vicenda, distruggendo nel contempo tutto ciò che ci circonda» (M. Magatti, Avvenire del 27 settembre, pag. 2). Servirebbe a tutti – adulti e ragazzi – uno scatto di responsabilità.

don Angelo Riva