Il 14 febbraio, in tutto il mondo, è la festa tradizionalmente dedicata agli innamorati. È il giorno della memoria liturgica di San Valentino, vescovo e martire del II/III secolo dopo Cristo.

Valentino fu pastore di Terni dal 197 d.C. e la sua fu una vita votata alla carità e all’umiltà. Gli sono attribuite molte guarigioni miracolose e la sua opera paziente di evangelizzazione portò alla conversione un gran numero di pagani. I racconti biografici ci descrivono il Vescovo Valentino attento anche alla vita dei fidanzati e degli sposi. In particolare a Valentino è legata la vicenda di Sabino e Serapia: lui centurione romano e pagano, lei cristiana fervente. Per amore di lei, Sabino si convertì al cristianesimo. I due giovani decisero di sposarsi, ma Serapia si ammalò di tisi. Non volendo separarsi da Serapia, Sabino si rivolse al Vescovo Valentino, chiedendogli di unirli in matrimonio, benedicendo per l’eternità il loro amore. I due morirono insieme, abbracciati e, come documentato da uno scavo archeologico concluso una decina di anni fa, ancora oggi le loro ossa riposano in quella postura. Ha più il sapore della leggenda, invece, la storia che vede il Vescovo Valentino intervenire in occasione di una lite fra due fidanzati. Valentino donò una rosa alla ragazza e, in quel momento, il cielo si riempì di coppie di colombi. Più accreditata, invece, l’abitudine che vede il Vescovo di Terni donare rose agli sposi in segno di augurio.

La fama di Valentino raggiunse anche Roma, dove fu chiamato da un oratore per guarire il figlio. Accanto alla guarigione del giovane, ci fu anche la conversione al cristianesimo dell’intera famiglia e di uno dei Prefetti di Roma, colpito dalla testimonianza del Vescovo. Tutti episodi che portarono l’imperatore Aureliano a chiedere la cattura di Valentino, il quale fu prima imprigionato e poi decapitato a Roma, il 14 febbraio del 273 d.C. Il corpo venne poi sepolto alle porte di Terni. Fino al VI secolo d.C., nei giorni fra il 13 e il 15 febbraio, si svolgevano alcuni festeggiamenti pagani, per purificare e chiedere la fecondità dei campi. Feste che progressivamente degenerarono in eventi troppo licenziosi, tanto da essere prima proibiti dall’imperatore Augusto, poi soppressi da Gelasio. Il cristianesimo, come per altre feste diffuse nella cultura popolare, diede nuovo significato a quei riti e, considerata la coincidenza di data con il martirio di san Valentino, che tanta attenzione dedicava ai giovani fidanzati, affidò alla protezione del Vescovo di Terni gli innamorati, i fidanzati, gli sposi.

Auguri, dunque, a tutte le coppie che quotidianamente vivono le gioie e le fatiche del volersi bene. Ricordiamo alcune iniziative promosse, per i giovani fidanzati nella nostra diocesi. Questa sera, presso l’Oratorio della Beata Vergine del Rosario di Sondrio, ci sarà una cena “romantica e spirituale” su iniziativa della Commissione Famiglia della Comunità pastorale di Sondrio. Le giovani coppie partecipanti – lo scorso anno furono 25, numeri che si replicano anche in questa edizione 2020 – oltre a cenare insieme, avranno modo di riflettere sulla parole del profeta Osea: “Parlerò al tuo cuore”. Due, invece, gli appuntamenti per i fidanzati pensati dall’Ufficio famiglia diocesano. Due momenti con il Vescovo Oscar: sabato 15 febbraio a Berbenno (oltre 260 partecipanti) e il 22 febbraio a Como-Sagnino (più di 360 iscritti). L’8 marzo, invece, sempre l’Ufficio famiglia, promuove una giornata di spiritualità, per gli sposi di tutte le età, sempre con il Vescovo Oscar, a Como, all’Auditorium del Collegio Gallio.