Il 15 febbraio 2020 è morta all’età di ottant’anni, diciotto dei quali spesi in Valtellina, sorella Anna Gennai, dal 2002 alla guida del Centro Rita Tonoli della Piccola Opera di Traona. 

Di seguito pubblichiamo il ricordo del direttore della Caritas diocesana pubblicato su “il Settimanale della Diocesi di Como” del 20 febbraio.

Ho conosciuto sorella Anna una decina di anni fa e subito tra di noi è nata un’amicizia sincera, che andava al di là del servizio ecclesiale che stavamo compiendo, ma si basava su una impostazione di vita simile, anche se io diacono sposato e lei consacrata per il Regno; ci univa lo stesso zelo per la costruzione di una Chiesa inserita nel mondo e l’amore per tutte le persone che avevamo la fortuna di incontrare partendo dagli ultimi e dai piccoli.

Ci siamo trovati subito in sintonia e per questo spesse volte i nostri incontri, che dovevano essere professionali perché c’erano dei casi difficili da affrontare, prendevano una direzione più importante, diventavano momenti di riflessione sulla nostra vita, sulle nostre famiglie: la mia fatta da moglie e figlia, genero e nipote e la sua che era l’Istituto religioso in cui aveva scelto di vivere. Diventavano momenti in cui ci confrontavamo sulla bellezza delle nostre scelte di vita, sulla società attuale, che al di là delle fatiche ci da tante opportunità, sulla nostra Chiesa locale di cui Lei si sentiva figlia a tutti gli effetti e da figlia era disposta a donarsi pienamente.
Non mi è difficile condividere le qualità di vita di sorella Anna, lei persona così riservata non amava sentirsi al centro dell’attenzione, ma è per me doveroso comunicare quello che era, anche se so che lei non sarebbe d’accordo.

Era una donna che ricercava l’amicizia vera e ad un amico non teneva nascosto niente. Spesso ci si sentiva al telefono per riflettere insieme, per chiedere o per dare consigli, o più semplicemente per condividere fatiche e gioie.

La sua ultima gioia, condivisa anche con me, era stata tenuta da sorella Anna sotto embargo, ma credo che adesso si possa comunicare: la gioia grande di avere ricevuto una telefonata da papa Francesco pochi giorni prima che entrasse in ospedale.

Di lei posso testimoniare la fedeltà al suo carisma e al suo Istituto anche nei momenti difficili, la fedeltà e l’impegno appassionato profuso nella casa Rita Tonolli di Traona che stava traghettando verso un futuro sicuro, salvaguardando il carisma che l’aveva fatta nascere, ma adeguandosi alla società che sta cambiando, la vicinanza vera a tutte le persone che sono state ospitate nella sua casa, vicinanza che durava negli anni; sorella Anna è stata mamma per tantissime ragazze ospiti della casa che non hanno mai perso i contatti con lei.

Aveva un amore grande per la Diocesi, rimanendo sempre vicina al Vescovo, per la Parrocchia, per il Vicariato di cui seguiva la vita mettendo a disposizione le sue capacità, sempre con lo stile che la contraddistingueva: quello della caparbietà, ma anche della dolcezza e della riservatezza.

Infine, aveva un grande rispetto per chi in modi diversi si interessa della “cosa pubblica”, la sua casa era diventata per tutte queste persone luogo di incontro magari formale, ma che poi portava a risultati concreti.

Vorrei per farvi comprendere meglio la sua persona applicare a lei, parafrasando, un passo della Lettera agli Efesini: “Cristo ha abitato per mezzo della sua fede nel suo cuore, e così, radicata e fondata nella carità, è stata in grado di comprendere quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità della fede e attraverso questo cammino ha avuto la possibilità di conoscere l’amore di Cristo, che supera ogni conoscenza. Questo le ha permesso di essere ricolma di tutta la pienezza di Dio”.
Grazie sorella Anna!

Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana di Como