Il 10 maggio, V Domenica di Pasqua, il Vescovo monsignor Oscar Cantoni presiederà la Santa Messa, alle ore 10.00, dal Santuario Madonna del Prodigio di Como-Garzola. La liturgia eucaristica si svolgerà a porte chiuse e senza presenza di popolo come previsto dalla disposizioni per arginare la diffusione del coronavirus. La Santa Messa sarà trasmessa in diretta su EspansioneTv (canale 19 DTT, sito web e pagine social) e sul canale YouTube del “Settimanale della diocesi di Como. 

«Il Santuario di Garzola – riflette monsignor Cantoni – guarda dall’alto la Città. Nel mese di maggio, mese mariano, guardiamo con fiducia a Maria, madre nostra. Alzando lo sguardo vediamo l’immagine dorata dell’Immacolata. È un richiamo continuo alla preghiera di affidamento».

Il Santuario Madonna del Prodigio – Sacrario degli Sport Nautici – domina dalla frazione di Garzola la città di Como. L’intuizione di realizzare questo Santuario fu di monsignor Luigi Pagani, vicario di Sant’Agata dal 1915 al 1940 e incaricato di occuparsi anche della comunità di Garzola (dove sorgeva e sorge la chiesa della Santissima Trinità). Monsignor Pagani era custode dell’effigie della Madonna del Prodigio, un’icona molto antica, recuperata miracolosamente nel Mar Adriatico il 12 settembre 1669, giunta nel comasco per una donazione fatta da una nobile famiglia veneta che per tre secoli l’aveva conservata ed era solita trascorrere un periodo di vacanza sul lago di Como. Lo stesso monsignor Pagani raccontò di essersi salvato da una tempesta sul Lario grazie all’intercessione della Madonna del Prodigio. L’allora vescovo Archi autorizzò la costruzione del Santuario.

Si guardava a quell’effigie per ringraziare della fine della Prima Guerra Mondiale e anche per il fatto che durante l’epidemia di “influenza spagnola”, nel 1917, quella zona della città fu risparmiata dal contagio e dai lutti. La prima pietra venne posata nel 1919 e le cronache dell’epoca raccontarono una serie di fatti prodigiosi e guarigioni inspiegabili legati all’avvio dei lavori. Il cantiere procedeva, però, a rilento fino a fermarsi con la Seconda Guerra Mondiale. Quando la minaccia dei bombardamenti su Como, nel 1945, si fece concreta, il vescovo Alessandro Macchi, chiedendo che la città fosse risparmiata, fece un voto solenne: avrebbe incoronato il SS. Crocifisso e ripreso la costruzione del Santuario della Madonna del Prodigio. Per dare forza a questo progetto monsignor Macchi costituì Garzola come parrocchia autonoma nel 1947. La sua morte rallentò di nuovo l’iter, fino all’arrivo di don Luigi Galli, nominato parroco di Garzola nel 1957 e figlio spirituale di monsignor Antonio Pagani. Don Galli fu atleta di canotaggio e pilota di motonautica. All’intuizione di monsignor Pagani sulla Madonna del Prodigio, don Galli unì l’idea di un luogo di preghiera per gli sportivi e per tutti coloro che «solcano le acque per lavoro». Il Santuario, a forma esagonale allungata, ricorda una nave. Fu realizzato fra il 1963 e il 1968 con materiali provenienti da tutta la diocesi: dai marmi di Musso alle pietre della Valmalenco per il tetto. Per la sua consacrazione una benedizione speciale giunse da papa san Giovanni XXIII (a cui è dedicata una delle due vetrate maggiori del Santuario), che scelse come proprio motto pontificio «pastor et nauta».

Dall’8 dicembre 2008 sul tetto del Santuario svetta la statua dell’Immacolata, opera dello scultore Feletti: è alta circa due metri e mezzo per un peso di 3 quintali. L’opera, fusa nel 1959, proviene dall’ex Seminario diocesano. Da alcuni anni il 12 settembre, festa del nome di Maria, si svolge una fiaccolata da Como fino al Santuario in memoria della Madonna del Prodigio.