La fine del lockdown e l’allentamento delle restrizioni non vale, al momento, per familiari, ospiti e personale delle strutture della Ca’ d’Industria di Como, che ha deciso per una politica improntata alla prudenza. Lo rende noto la Fondazione stessa attraverso un comunicato, accompagnato dai dati aggiornati relativi agli esiti dei tamponi. Di seguito la nota:

Dopo 2 mesi da quando ci siamo chiusi nelle nostre strutture per tentare di lasciare fuori un virus sconosciuto, non possiamo abbassare la guardia e illuderci di poter tornare immediatamente alla vita di pochi mesi or sono. Ci sono virologi che ritengono che il virus si è depotenziato e sarà poco più di un raffreddore e chi al contrario teme che il contagio possa riprendere forza con vigore. In realtà e’ una malattia nuova, della quale si sa ancora troppo poco, anche se ogni giorno, per fortuna, le conoscenze evolvono. Attualmente non ci sono trattamenti terapeutici concreti. Gli unici farmaci, in parte utili, sono quelli che agiscono sulla fluidità del sangue, prevenendo fenomeni trombo embolici (tipo eparina a basso peso molecolare). Dal punto di vista diagnostico attualmente l’esame riconosciuto a livello mondiale come il più attendibile è il tampone oro faringeo o naso faringeo che presenta, però, ancora, una rilevante percentuale di errore. 

Noi pensiamo sia necessaria ancora molta prudenza. Abbiamo, quindi, deciso di continuare a testare tutti i nostri ospiti e tutto il personale delle quattro strutture a rotazione, in quanto abbiamo evidenziato variazioni negli esiti ai test sia tra il personale che tra gli ospiti.

I test sierologici sono, purtroppo, ancora in fase di studio, e non si conosce il titolo anticorpale al quale una persona può manifestare l’immunità permanente.

La prossima settimana (la data della nota è di sabato 16 aprile, ndr)  è atteso un provvedimento regionale con le linee di indirizzo per le nostre strutture, a seguito di questo provvedimento valuteremo come progettare la fase 2, di cui vi daremo notizia non appena possibile.

Di seguito la situazione rilevata all’interno delle strutture aggiornata al 16 maggio.