Carissimi amici,
dopo una Quaresima e una Pasqua davvero speciali, ci prepariamo alla Festa dell’Ascensione. Qui in Perú il clima è teso.

I pronostici ufficiali di qualche settimana fa erano abbastanza positivi, ma purtroppo i contagi stanno aumentando, gli ospedali hanno collassato e non si trovano medicine.

Nella nostra zona, nell’estrema periferia nord della megalopoli peruana, la maggior parte dell’economia è informale e la gente, che non puó lavorare e non ha risparmi, ha paura di morire di fame. Quelli che non sono stati colpiti dal virus, dovranno resistere alla carestia.

Quello che sorprende è la caritá della gente, la capacitá di condividere quel poco che si ha, l’attenzione e la delicatezza nell’aiutare chi sta passando un brutto momento.

Tra le strade polverose di Carabayllo ho visto il Vangelo vissuto. Ho visto le orme dei piedi di Cristo che visitava la casa del vicino con una borsa di pane e un casco di banane. Ho visto l’impronta delle mani di Cristo che pesava un sacco di riso per dividerlo equamente tra le famiglie piú povere del quartiere. Ho visto che Gesú ha mantenuto la sua promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Il Signore compie le sue promesse e non sempre le nostre attese. Meno male.


Se lui non fosse stato con noi durante questa quarantena, sarebbe stato un vero disastro, ma lo Spirito ci ha accompagnati e ci ha sostenuti, il Consolatore ci ha dato forza per sperare e perseverare.

Grazie a tutti coloro che mi hanno scritto e hanno pregato per noi.

Un abbraccio, a presto
don Roberto