Un dono davvero speciale quello arrivato nella mattinata di lunedì 23 dicembre alla Caritas diocesana. Si tratta di ben 270 capi di abbigliamento destinati al macero (fra giubbotti, piumini, sciarpe e cappellini) perché sequestrati dalla Guardia di Finanza di Como nell’ambito di alcune operazioni di controllo e lotta al mercato della contraffazione sul territorio. Lunedì, invece, la consegna alla sede della Caritas: «un’iniziativa di solidarietà destinata ad aiutare i più bisognosi», si legge in una nota diffusa dalle Fiamme Gialle.

«Considerato che l’enorme quantitativo di materiale sarebbe andato distrutto – prosegue il testo – i Berretti Verdi hanno chiesto la possibilità di devolvere in beneficenza parte degli articoli sequestrati. La Procura della Repubblica di Como, accolta l’istanza, rilevata l’effettiva esigenza e il sicuro utilizzo a fini umanitari della merce confiscata, ne ha disposto la devoluzione, previa rimozione dei marchi distintivi». A ricevere i doni, lunedì mattina, il direttore di Caritas Como, Roberto Bernasconi, con il vescovo monsignor Oscar Cantoni. Se posti in vendita, i capi sequestrati avrebbero fruttato oltre 30mila euro.  «L’iniziativa della Guardia di Finanza di Como – si legge ancora nel comunicato diffuso – si pone nel variegato quadro del costante impegno del Corpo a favore della collettività ove, a fianco alla lotta ad ogni forma di criminalità economico-finanziaria, trovano spazio diverse iniziative benefiche volte ad assicurare la vicinanza ai più bisognosi in nome di una maggiore giustizia ed equità sociale. In tale “terreno comune”, termini come “lotta alla contraffazione” e “solidarietà” si fondono in un connubio ideale».

Sempre nella mattinata di lunedì le Fiamme Gialle avevano comunicato di aver sequestrato una tonnellata di generi alimentari contraffatti (di provenienza estera, senza etichettatura italiana e, in alcuni casi, senza nemmeno l’indicazione di ingredienti o scadenze) destinati alle tavole del comasco in questo periodo natalizio.

«Siamo molto grati alla Guardia di Finanza per aver scelto di donare in beneficenza i capi sequestrati – riflette il direttore di Caritas Como Roberto Bernasconi -. La loro distruzione sarebbe stato uno spreco da diversi punti di vista. Da una parte di beni e risorse materiali che, invece, potranno essere di conforto a tante persone in difficoltà. Dall’altra sarebbe stato anche uno “spreco di lavoro”, perché dietro a ognuno di quei capi c’è l’opera manuale di qualcuno che, magari sfruttato o sottopagato, è costretto a lavorare agli ordini di chi gestisce la contraffazione, diventandone un ingranaggio e avendo questa come unica fonte di sostentamento. In questo modo, rimosse etichette griffate e firme contraffate a salvaguardia delle case produttrici originali, quel lavoro non andrà perduto ma sarà anzi nobilitato, perché utilizzato a favore di qualcuno che è ancora più povero fra i poveri».

In che modo distribuirete questi capi? «Attraverso il tradizionale sistema di gestione del vestiario – ci spiega sempre Bernasconi -. Inoltre, proprio a Natale, potremo fare qualche regalo in più ai nostri ospiti del tradizionale pranzo presso l’Opera don Guanella. In questo modo, oltre al necessario, potremo rispondere al bisogno di bellezza insito in ciascuno di noi». Il Vescovo Oscar ha già confermato la sua presenza, fra 150 ospiti (utenti dei servizi alle fragilità) e una quarantina di volontari. «Chi ci aiuta al pranzo di Natale – riprende Bernasconi – sono volontari diversi e ulteriori rispetto alla cerchia che abitualmente assicura la propria presenza ai diversi servizi Caritas. Il pranzo di Natale al Don Guanella è un’occasione per dimenticare le solitudini e restituire una normalità di vita, anche a livello relazionale e familiare, a chi ha questa accanto ad altre povertà materiali. Ciascuno porta il proprio vissuto, si condividono le esperienze e ci si sente amati per quello che si è veramente. Senza giudizi. Il pranzo – confida Bernasconi – è un toccasana sicuramente per gli ospiti, ma ancora di più per i volontari, che scoprono una dimensione di umanità che tocca tutti nel profondo».