In questi giorni abbiamo letto e ascoltato tante parole su quanto accaduto a Como a don Roberto Malgesini, il “prete degli ultimi” che ha donato la vita per i poveri fino all’estremo sacrificio. Parole che ne hanno tratteggiato la grandezza e l’umiltà, tanto che, ne siamo sicuri, starà scuotendo la testa di fronte a tanto clamore. I riflettori non gli appartenevano: ha sempre lavorato nel silenzio e nel nascondimento. Oggi, quelle luci che non ha mai cercato hanno aiutato a far conoscere la sua testimonianza di carità e misericordia. Le sue foto sono rare. L’immagine che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo  (scattata da Augusto Santini – Immagilario) lo ritrae mentre celebra la Messa: pane quotidiano per lui che si è fatto pane spezzato per i fratelli. Le braccia sono spalancate e le mani sono grandi.

Braccia che hanno accolto e consolato, mani che hanno aiutato e lavorato. Abbiamo ricevuto un video – breve, anche questo una piccola rarità. Un video recente, realizzato “di nascosto”, tanto che si interrompe con un brusco cambio di inquadratura quando il sacerdote sembra accorgersene. Lo riprende mentre con le sue mani, grandi come il suo cuore, medica le piaghe del piede di un uomo, che gli dice “grazie don!”. Siamo a San Rocco, nella piazzetta dove martedì 15 settembre don Roberto è stato colpito mortalmente. Sono mani che sapevano fare tutto: consacrare pane e vino, dare da mangiare, medicare… Lo guardiamo ora, nel momento in cui lasciamo che siano il silenzio e la preghiera ad accompagnare don Roberto, che vive perché l’amore non muore mai. Don Roberto si è fatto Vangelo, perché ogni volta che ha visitato, curato, dato da mangiare, consolato lo ha fatto a Lui. È una scelta difficile e radicale, vocazione nella vocazione: è la ricchezza della comunità cristiana nella quale ciascuno, con i propri talenti e carismi, è chiamato a essere figlio di Dio e fratello del prossimo.

A questo link è invece possibile scaricare – gratuitamente – l’edizione straordinaria de Il Settimanale dedicata a don Roberto.

Il saluto a don Roberto: l’edizione speciale del Settimanale