Domenica 30 novembre, nella Basilica di Sant’Abbondio a Como, al termine della Messa delle 16.30, è stata inaugurata e presentata un’esposizione di alcune opere di arte contemporanea. Si tratta di due dipinti del giovane artista comasco Riccardo Longo e di un’opera di Roberto Pedretti. «Il dialogo con l’arte contemporanea – spiega don Michele Pitino, rettore della basilica – è fondamentale, perché permette alla Chiesa di incontrare nuovi linguaggi, entrare in comunicazione con nuovi mondi e nuove generazioni e da essi lasciarci provocare». Già nel recente passato la Basilica aveva ospitato opere contemporanee. Nell’ottobre 2021, durante un evento serale, aveva trovato posto una performance di luci su un dipinto di Leonilde Carabba, ispirato ai cerchi del Paradiso dantesco. Nel Natale 2022, per diverse settimane, era stata esposta una natività, opera di Francesco Santosuosso.
Resta attuale l’appello che san Paolo VI lanciò agli artisti nel 1965, parlando di un’alleanza feconda tra fede e arte e tra Chiesa e artisti contemporanei. «Quello di Paolo VI è un appello che resta vivo ed è da rivolgere ad entrambe le parti – riprende don Michele –: la Chiesa ha bisogno di tutti per esprimere le fede in linguaggi e forme nuovi. Sono molto felice della collaborazione con Riccardo Longo, perché la sua sensibilità giovanile e le sue piste di ricerca sono molto interessanti». La Basilica «è anzitutto testimonianza di un passato – sottolinea don Michele – e, attraverso la sua arte, racconta la fede di chi ci ha preceduto. Ospitare qui opere contemporanee significa aprirsi a nuovi stimoli. Celebrare la fede significa fare memoria di un passato che è fecondo perché vivo e aperto al futuro. Come per la fede – chiosa il rettore –, anche per l’arte ci dobbiamo chiedere: come possiamo fare, affinché nei nostri ambienti l’arte non abbia solo il gusto del passato?».

«Esporre in un luogo come la Basilica di Sant’Abbondio – riflette Riccardo Longo – mette il mio lavoro in dialogo con tutti gli artisti che ci sono stati prima di me e che verranno dopo: il legame tra arte, fede e religione (intesa come insieme di pratiche e attività di culto) è da sempre strettissimo e oggi anche io ho modo di stringerlo dando il mio contributo. Il mio lavoro parla di contemplazione, di ascolto e di silenzio: esporre a Sant’Abbondio lo avverto come il modo migliore di fare esperienza della mia opera».

Le tre opere resteranno esposte e fruibili a fedeli e visitatori per due mesi, fino al termine di gennaio. Sono collocate in spazi significativi della Basilica, che richiamano il loro valore teologico e spirituale.










