Alla luce della recente condanna in primo grado dell’ex sindaco di Como, Mario Lucini, condannato ieri ad un anno e mezzo nel processo per i presunti abusi legati al progetto paratie del lungolago (insieme a lui sono stati condannati, l’ex direttore dei lavori delle paratie Pietro Gilardoni, l’ex responsabile del procedimento Antonio Ferro nonchè la dirigente del comune Maria Antonietta Marciano e l’ex dirigente Antonella Petrocelli), pubblichiamo la lettera giunta in redazione alcune settimane fa e già pubblicata sul numero 48 de “Il Settimanale”.

Mentre i giornali informano sugli sviluppi della “questione paratie” avvertiamo l’esigenza di prendere la parola sulla vicenda personale di Mario Lucini sindaco di Como dal 2012 al 2017.
A noi sta a cuore sottolineare la dimensione umana, culturale e politica di una persona con la quale abbiamo condiviso pensieri, progetti e percorsi a partire dagli anni della formazione avvenuta al Centro giovanile san Filippo Neri in Como.
In quella esperienza abbiamo con lui maturato il senso di responsabilità e di servizio nei confronti degli altri: una formazione che in tutte le sue scelte ha preso la via del servire la città nel ruolo di Presidente di Circoscrizione, di Consigliere comunale e quindi di Sindaco.
Con lui molti di noi hanno condiviso lo studio, la riflessione, l’approfondimento delle scelte che un laico cristiano è chiamato a compiere alla luce della dottrina sociale della Chiesa e anche nell’ascolto del pensiero di altra ispirazione. Al centro di questo dialogo tra diversità è sempre stata la promozione della dignità della persona umana e la costruzione del bene comune.
L’idea di città alla cui realizzazione Mario Lucini ha dedicato l’intelligenza e l’impegno è stata quella di uno spazio e di un tempo in cui ogni uomo e ogni donna potessero coniugare lo sviluppo economico e il benessere sociale con i valori della alterità e della solidarietà di fatto. Tutto ciò con il desiderio di condividere fatiche e speranze con le nuove generazioni.
La sua coerenza con i principi e gli ideali maturati in un percorso giovanile e coltivati nelle scelte di vita, di professione e di cittadinanza, diventa un riferimento per quanti, soprattutto giovani, cercano le ragioni per leggere nell’impegno culturale e politico un’espressione alta ed esigente del servizio al bene comune.

Abele dell’Orto, Mauro Magatti, Emanuele Cantaluppi, Corrado Taiana, Elena Vincifori, Mario Luppi, Paolo Bustaffa, Roberto Bernasconi, Fabio Magatti, Isabella Riva, Giorgio Cavalleri, Carlo Guffanti, Stefano Caspani, Piero Tettamanti, Filippo Roncoroni, Lisa Cairoli, Maria Laura Roncoroni, Beppe Livio, Anna Ostinelli, Ugo Bassi, Cristina Vaccari, Ivano Cairoli, Chiara Chendi, Luisa Seveso, Giorgio Riccardi.