L’ASED (Associazioni Amici del Settimanale) nasce per promuovere la conoscenza e la valorizzazione del settimanale diocesano e di altri media ecclesiali (siti, bollettini, ecc.) quali strumenti e luoghi di informazione, formazione e incontro che hanno come riferimento valoriale il territorio diocesano e il suo rapportarsi ad altri territori reali e virtuali.
Cos’è l’ASED – Leggi la scheda informativa
Volantino Amici del Settimanali
Una rete di antenne sul territorio
Ci sono diverse modalità per concretizzare l’idea di un’associazione che ha come nome “Amici del Settimanale della Diocesi”.
Ci si può dedicare alla diffusione (buona stampa), alla promozione di piccole (o micro) iniziative di sensibilizzazione, alla segnalazione di fatti e problemi alla redazione e/o ai corrispondenti, oppure…
Certamente la scelta migliore è quella di un intreccio delle diverse modalità pur prevedendo una loro singola attuazione in base alle possibilità e alle condizioni di ogni realtà.
Una figura che riassume questi compiti è quella dell’operatore cultura-comunicazione che con un termine familiare può essere definito “antenna”. L’associazione è pensata come una rete di “antenne”, persone che trasmettono e ricevono segnali, che condividono con altri un servizio di carità intellettuale alla comunità cristiana e del territorio.
Antenna: un identikit possibile
– Un volontario della comunicazione, una persona convinta che quello della carità intellettuale è un servizio fondamentale che si affianca a quello della carità delle opere.
– Un cristiano della strada che osserva la vita ecclesiale e la vita sociale, ne coglie e ne trasmette luci e ombre.
– Un utente critico e consapevole dei diversi media, disposto a studiare, a conoscere i diversi linguaggi.
– Un formatore alla comunicazione impegnato a promuovere un’opinione pubblica consapevole e con senso critico.
– Un raccoglitore e seminatore di buone notizie per fornire “le prove” che la verità, la bontà e la bellezza sono nella storia delle persone e delle comunità.
– Un promotore dei media cattolici locali e nazionali con un linguaggio che susciti curiosità, interesse, consenso.
– Una persona che si mette in gioco: un gioco di squadra con quanti si riconoscono nella “cultura della cura” nell’ambito cultura-comunicazione.