Non più tardi di una settimana fa, la classifica di Legambiente definiva quella di Sondrio l’aria più respirabile fra i capoluoghi lombardi, un primato che si confermava per il secondo anno consecutivo e che poneva la città alpina ai primi posti anche a livello nazionale.
Il permanere della situazione di siccità, però, sta incidendo sulla qualità di quello che finisce nei polmoni dei valtellinesi. E così se nel 2016 le centraline di controllo avevano registrato sforamenti solo per 30 volte in un anno, da inizio 2017 i giorni oltre il limite consentito di 50 microgrammi di pm 10 per metro cubo d’aria sono già un paio.
Nel fine settimana, in particolare, si sono registrate quantità quasi doppie rispetto al consentito, soprattutto nelle centraline del centro città, in giornate, soprattutto la domenica, durante le quali il traffico, nel capoluogo è pressoché inesistente. Critica anche la situazione nel fondovalle, a Morbegno.
La questione inquinamento non è la sola a preoccupare il territorio. Le ultime precipitazioni, di pioggia o neve, risalgono al 26 novembre.
Per gli operatori del settore turistico si tratta di vera e propria emergenza, con le località tradizionalmente votate allo sci, con pochissima neve naturale.
Dopo un dicembre insolitamente mite, le temperature rigide di gennaio, con la zona del Livignasco scesa oltre i meno 20, non sono comunque una soluzione, perché non favoriscono il ricambio dell’aria e inibiscono anche le precipitazioni.
Ma vi è anche un terzo fronte di allarme e riguarda sorgenti e fonti d’acqua. L’assenza di precipitazioni ora, specie nevose, si tradurrà, in primavera, in assenza di riserve, un vero problema per l’alimentazione di fiumi e torrenti. In queste ore sono attesi fiocchi fino in pianura, ma già dal fine settimana è prevista una nuova area di alta pressione.