Si sono svolte questa mattina, 14 febbraio, in Duomo, a Como, presiedute dal Vicario generale monsignor Giuliano Zanotta e concelebrate da decine di sacerdoti da tutta la diocesi, le esequie di monsignor Felice Morelli, canonico onorario della Cattedrale e Cappellano dell’Ospedale Valduce dal 1989 al 2015. Nativo della parrocchia di San Bernardo di Sondrio-Triangia, don Felice si è spento a Como, la scorsa domenica 12 febbraio, all’età di 76 anni. È stato un sacerdote apprezzato e ben voluto per la sua capacità di ascolto e vicinanza, nelle corsie dell’ospedale (per i pazienti, i loro familiari, le suore, il personale medico e infermieristico) come in confessionale.

DON_FELICE_MORELLI

Tra gli anni Ottanta e Novanta, don Felice fu prolifico scrittore, dando alle stampe otto volumi a carattere spirituale. Dopo “Il Vangelo sulla strada” del 1980, uscirono “Spazi di speranza” e “Anche tra i giovani ci sono i profeti”, entrambi del 1987. È dell’anno successivo “È bello lodare il Signore”, mentre nel 1989 pubblicò “Davide. Ponte tra fede e speranza”, quindi nel 1990 “Parabole del nostro tempo” e nel 1992 “L’ora di Dio”. Nel 1994 uscì “Canto nuovo”, nella cui prefazione, monsignor Lino Varischetti, già arciprete di Sondrio, scriveva: «La nostra povera vita cristiana ha molto bisogno di “vitamine” spirituali. In questo libro ne troviamo di buona qualità». Infine, è del 1999 “È in te Signore la sorgente della vita” e sono degli anni Duemila “Trinità Santissima pacifica l’anima mia” e “Maria Santissima, segno di bella speranza”. Due anni fa, nella sua Triangia, tornò per festeggiare il 50esimo di ordinazione sacerdotale.  Al termine delle esequie la salma è stata portata a Triangia per la tumulazione. Moltissimi i fedeli presenti in Cattedrale, fra loro tutte le religiose della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata dell’Ospedale Valduce. Pubblichiamo qui di seguito il toccante ricordo letto da suor Emanuela Bianchini, Superiora Generale della Congregazione.

Caro Don Felice,  ti abbiamo affidato alla misericordia del Padre e alla Vergine Immacolata ed ora ti pensiamo in quella pace che tanto hai invocato  e desiderato. Pochi giorni fa hai detto: “Sono arrivato a casa”. Sentivi che ormai il cammino della vita su questa terra “di valle di lacrime”, come tu dicevi spesso, stava terminando e come sempre invocavi la Mamma del cielo e la tua mamma perché venissero a prenderti. Domenica, di buon mattino, dopo aver ricevuto la benedizione del Signore con Lui sei andato in Paradiso. Ora  non ti vedremo più  camminare sempre con la corona tra le mani poiché la Vergine Maria era la tua ancora di salvezza, la tua forza, la tua sicurezza e la tua serenità. Nel cammino della vita hai  fatto  esperienze difficili ma la tua fede, salda come sono le rocce valtellinesi, ti ha sorretto e questa è e  sarà di sprone  a tutti noi che ti abbiamo conosciuto. Hai trascorso con le Suore Infermiere dell’Addolorata ben 27 anni. Tanti giorni abbiamo trascorso insieme, condividendo gioie, fatiche, pianti, ma soprattutto tanta preghiera e con lo sguardo rivolto sempre in alto. Quante persone hai incontrato nel tuo ministero Sacerdotale come cappellano dell’Ospedale Valduce: persone sofferenti nel corpo e nello spirito, e tu andavi incontro a loro vivendo nella tua persona  quelle  simili sofferenze con bontà, comprensione, consolando a volte solo con uno sguardo e  infondendo  speranza nel Dio vero, unico e misericordioso. Era per te un vero apostolato far sì che la buona stampa circolasse in Ospedale perché dicevi che tante persone, per esperienza fatta, hanno cambiato vita attraverso la sofferenza e una  lettura di buoni e sani principi. Per questo tutti i libri scritti da te circolavano nelle corsie e tu li regalavi abbondantemente. La tua vita è stata totalmente ed intensamente sacerdotale: grazie! Chiedevi spesso preghiere per le tue debolezze ed anche, quasi come testamento, ci hai chiesto  ancora preghiere. Ubbidiremo a questo tuo santo desiderio e lascia che ti salutiamo con questo pensiero: “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. In cambio delle pene riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha trovati degni di sé”.