Domenica 26 marzo alle ore 17.30, presso l’Istituto Carducci a Como, si terrà il secondo concerto della rassegna “Como Classica”, giunta quest’anno alla quinta edizione (direzione artistica Davide Alogna). Sul palco un duo eccezionale, che ha già ottenuto ampie approvazioni da parte del pubblico e della critica specializzata.
Due generazioni a confronto: il violinista comasco d’adozione Davide Alogna, sempre più in fase ascendente, attualmente considerato fra i giovani violinisti maggiormente quotati per le sue qualità interpretative, e il pianista di levatura internazionale Bruno Canino, una leggenda della storia dell’interpretazione.
Eterogeneo e interessante il programma, che comprende la “Sonata in mi maggiore, BWV 1016 per violino e cembalo” di J.S. Bach, la “Sonata in sol maggiore, K. 301 per violino e pianoforte” di Mozart, la “Sonata in la maggiore, op. 30 n. 1 per violino e pianoforte” di Beethoven e l’ “Introduction et Rondò capriccioso, op. 28” di Saint-Saëns.
La Sonata bachiana è stata composta fra il 1717 e il 1723, anni trascorsi dal musicista a Cöthen presso la corte del principe Leopold di Anhalt. Uno dei tratti distintivi della composizione è dato dalla collaborazione che s’instaura fra i due strumenti. A differenza delle Sonate per violino e basso continuo, in cui è lo strumento ad arco a guidare il discorso musicale, mentre quello a tastiera esercita un ruolo di semplice sostegno armonico, qui il cembalo (o pianoforte) ha una funzione obbligata, con l’uguaglianza e l’indipendenza delle due mani, mentre il violino si limita, in alcuni casi, a svolgere un ricamo melodico al discorso autonomo dello strumento a tastiera. E’ strutturalmente modellata secondo lo schema della sonata da chiesa.
La Sonata mozartiana è concepita in due movimenti: “Allegro con spirito” (sol maggiore) e “Allegro (sol maggiore). Vi sono duetti stringati ed essenziali fra i due strumenti. Nel primo tempo il violino svolge un ruolo predominante; solamente in un secondo momento il pianoforte acquista i suoi diritti e sviluppa il tema principale in un dialogo vivace e ricco di innovazioni melodiche. L’ultimo tempo è un rondò, che sembra ricordare, a tratti, lo stile di Haydn per la freschezza e naturalezza delle idee musicali.
La sesta Sonata di Beethoven (op. 30 n. 1) per violino e pianoforte compie un notevole passo avanti nella scoperta tutta beethoveniana concernente la forma e lo stile musicale. Si svolge in un’atmosfera di classicità rivisitata, in cui in tutti e tre i movimenti s’intravedono i modi di Mozart e Haydn, pur lasciando spazio alla propria individualità.
Il concerto si conclude con l’ “Introduction et Rondò capriccioso, op. 28” di Saint-Saëns, che s’ispira al filone brillante ed estroverso dell’epoca romantica. Il pezzo è nato, non casualmente, sotto l’influsso della conoscenza di Pablo de Sarasate. Fra gli elementi che s’incontrano in questa composizione vi sono la dolcezza e la purezza, che contrastano con un intenso vibrato. È ormai diventato un “morceau favoris” di un’intera generazione di violinisti, grazie alla sua piacevolezza melodica e al suo particolare effetto, che richiedono all’interprete notevoli capacità tecniche ed espressive.
L’ingresso al concerto è libero con tessera Associativa annuale di “Como Classica”, costo 20 euro.
Il prossimo 2 aprile Davide sarà al Teatro Cilea di Reggio Calabria per suonare il “Concerto in re maggiore K. 218 per violino e orchestra” di Mozart con l’Orchestra Giovanile del Teatro. (al. ci)