A Monza e a Milano il sole offre una splendida giornata primaverile, ma questa mattina a Linate una fitta nebbia ha fatto ritardare di qualche minuto l’atterraggio dell’aereo su cui viaggiava papa Francesco, decollato alle 7.10 da Ciampino.
Il velivolo dell’Aeronautica militare ha toccato terra alle 8.17, anziché alle 8 come previsto. Sulla pista dall’aeroporto, il Santo Padre è stato accolto dal saluto festante dei dipendenti dello scalo, accompagnati dalle loro famiglie.
Due bambini di 7 anni, Sara De Abbondi di Milano e Fabio Borghi di Seveso, hanno consegnato a papa Francesco un semplice mazzo di fiori, quindi gli si è accostato il cardinal Angelo Scola, arcivescovo di Milano. A salutare il Pontefice anche Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, e Giuseppe Sala, sindaco di Milano, assieme ad altre autorità.
Prima di salire sull’auto di servizio, in quello che è stato il primo fuori programma della giornata, Francesco ha voluto avvicinarsi alle transenne dove era accalcata la folla. Si è trattenuto con i fedeli, stringendo mani e salutando con calore, mentre le persone lo applaudivano.
Alle 9 il Santo Padre è quindi giunto in via Salomone, nel quartiere Forlanini, alle Case Bianche, una miscela di culture e un laboratorio di impegno civile che vede coinvolte decine di volontari della Caritas, delle associazioni laiche, della parrocchia: persone che da anni si danno da fare quotidianamente per aiutare chi è in difficoltà. Abitanti e volontari si augurano che la visita del Papa possa aiutare a raccontare in modo diverso una realtà al centro di innumerevoli progetti di riqualificazione sempre abortiti.
In questa tappa, il Papa ha incontrato due famiglie italiane (la prima caratterizzata da una situazione di grave malattia e di grande accudimento, la seconda di anziani) e una straniera con bambini nei rispettivi appartamenti.
Al Pontefice sono stati consegnati alcuni doni: una stola realizzata dalla cooperativa sociale di sartoria “Il filo colorato di San Vincenzo”; l’immagine della Madonna restaurata che per anni è stata alle porte della chiesa delle Case Minime; un quaderno riportante le testimonianze dei residenti e consegnato da tre bambini.