A poche ore dalla scomparsa di Joaquín Navarro-Valls – per oltre vent’anni direttore della sala stampa vaticana e storico portavoce di S. Giovanni Paolo II – il “nostro” Paolo Bustaffa, direttore dell’Agenzia Sir dal 1997 al 2013, ne ha ricordato la figura in questo articolo.
“Mi sembra di capire che il direttore del Sir è una persona che non lavora da sola ma ha tanti colleghi quanti sono i direttori dei settimanali cattolici diocesani. È un’esperienza unica e straordinaria”.
In una battuta e con un sorriso Joaquín Navarro-Valls aveva risposto così alla presentazione dell’agenzia giornalistica Servizio Informazione Religiosa.
Lo ricordiamo così nell’apprendere la notizia della sua morte avvenuta il 5 luglio all’età di 80 anni.
Era il gennaio 1989, a presentare il Sir al direttore della Sala Stampa della Santa Sede erano don Giuseppe Cacciami, Giovanni Fallani e il sottoscritto. Navarro-Valls aveva compreso subito che quanto gli veniva presentato era un originale “laboratorio professionale” frutto del pensiero e della storia della Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici.
Lo aveva interessato, in particolare, un passo dell’editoriale del primo numero dell’agenzia: “Il Sir vuole dare il suo contributo concreto a spogliare l’informazione religiosa da quei modelli riduttivi che la selezionano, la divulgano, la interpretano con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica”.
Trovava in queste parole una conferma del suo servizio alla Chiesa e un sostegno al suo impegno professionale.
“Vi seguirò con grande attenzione – aveva quindi aggiunto – perché mi ritrovo nelle vostre scelte. Mi interessa molto anche sapere cosa del Papa scrivono i giornali cattolici del territorio, giornali che più di altri hanno il polso dell’opinione della gente. Non ci sono solo i vaticanisti a parlare del Papa”.
Una sensibilità che stupì perché non ci si aspettava che il direttore della Sala Stampa Vaticana, abituato a rapportarsi con i potenti media di tutto il mondo, avesse a cuore anche questa dimensione dell’informazione religiosa.
Aveva intuito la sfida che il Sir e la Fisc avevano raccolto e alla quale intendevano rispondere con le regole e i linguaggi della professione giornalistica.
Si era trovato in sintonia.
Non gli sfuggivano neppure alcuni “segni di creatività” dei direttori Fisc. “Non avrei mai pensato che si potesse trarre un’intervista da qualche parola scambiata con il Papa nel saluto dopo un’udienza. Un direttore della Fisc è riuscito senza aver avuto bisogno di chiedere a me l’autorizzazione”.
L’autore era don Alfio Inserra che apriva il numero del settimanale di Siracusa con un’intervista con papa Giovanni Paolo II. Poche righe fedelmente riportate e trasformate in un piccolo capolavoro giornalistico che fece sorridere Navarro-Valls.
Nel corso del suo servizio in Vaticano mantenne il rapporto con il Sir: aveva compreso che l’agenzia raccontava il Papa e insieme raccontava la Chiesa evitando di fare del Papa un personaggio fuori o lontano dalla realtà, dalla verità.
Per Joaquín Navarro-Valls questa cura professionale e questa sensibilità ecclesiale, l’essere “portavoce del Papa e portavoce della Chiesa” erano irrinunciabili per offrire un’informazione religiosa pensata e capace di far pensare: credenti e non credenti.
(*) direttore del Sir dal 1997 al 2013