Dall’Africa e dal Medio Oriente all’Italia, a Bormio. E ritorno. L’Associazione Rueido presenta Attraverseresti il Mediterraneo per andare a vivere a Dakar?, con Francesca Borri, giornalista e inviata di guerra in Siria e Iraq, che ha maturato una particolare esperienza sui Balcani, Medio Oriente e Stato Islamico. L’incontro si terrà mercoledì 20 settembre alle ore 21.00 presso le Ferriere Corneliani di Premadio.

L’Associazione Rueido
Via Roma, cuore di Bormio, Alta Valtellina, Italia: estate 2015. L’arrivo dei primi migranti “neri” che provengono da 14 diverse nazioni, 12 Paesi africani oltre a Bangladesh e Afghanistan. Dentro un anno di intensi, e talvolta sfuggenti, sinestetici sguardi e d’assonanza di respiri, da un gruppo di volontari, nasce, in Alta Valtellina, l’Associazione no profit Rueido.

«Senza accorgerci ci siamo trovati, immersi fino al collo, nel pieno dell’emergenza profughi, approdata nel cuore delle Alpi. Come migrazione di uccelli che hanno trascorso l’inverno in Africa e tornano nella vecchia Europa per nidificare, come pesci che risalgono il Mediterraneo fino alle sorgenti dell’Adda. Come uomini, che camminano… Apparentemente ha inizio qui, con l’incontro di occhi gonfi di interrogativi, quello che sarà un lungo viaggio, ricco di fermate e ripartenze, andate e desiderati ritorni, all’interno dei profondi meravigliosi labirinti dell’umanità».

I volontari di Rueido si pongono come sfida principale quella di supportare a “piccoli passi” persone in temporanea difficoltà, attraverso la creazione di “comunità” di rispetto inclusive, per riavvicinarsi a un sentire vero, prendendo distanza dalle gabbie della mente.

La sfida viene affrontata quotidianamente, nell’ascolto silenzioso, camminando insieme su questo pezzetto di Terra che la sorte, ora, fa condividere, assaggiando gli stessi sapori, parlando una lingua comune, affrontando temporali estivi e uragani attraverso proposte alla popolazione di occasioni conoscitive e di dialogo.

«In quest’ottica proviamo a ripristinare il nostro essere umani attraverso la Rueido, parola occitana, tratta dal film Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, che indica il rito collettivo di solidarietà gratuita in cui gli abitanti dei borghi alpini si univano per offrire aiuto a chi di loro ne avesse bisogno, stranieri inclusi».

I volontari si industriano fin dalle prime battute: servono vestiti da donare? Li cercano e se li procurano. Serve imparare l’italiano? Anticipando i tempi rispetto alle istituzioni preposte, senza guardare alle dimenticanze di altri, i volontari si organizzano in gruppi e in molti si danno da fare indossando i panni dell’insegnante che, per alcuni, è un’esperienza completamente nuova.

Serve far capire ai migranti dove vivono e l’importanza di restituire alle comunità che li accolgono una parte di quanto ricevuto sotto forma di tempo e impegno? Si organizzano i primi lavori socialmente utili, sempre in forte anticipo rispetto alle direttive ministeriali che arriveranno solo nel 2016. E infine, serve riattivare nei migranti, quasi tutti giovanissimi, la loro operosità e la loro voglia di riscatto ed emancipazione (che forse è stata proprio il motore del loro partire)? I volontari ci mettono la faccia, bussano a ristoranti e alberghi, panettieri e meccanici e promuovono i ragazzi più meritevoli e d’impegno.

Così nel breve volgere di soli due anni circa 30/35 ragazzi assaggiano che cosa significa lavorare in Italia, con un reddito saltuario o legato alla stagione turistica. Alcuni di questi, finite le estati o gli inverni, riescono a conquistarsi la fiducia dei datori di lavoro e a mantenere l’occupazione. Alcuni (pochi) si sono emancipati e ora si pagano l’affitto nei dintorni di Bormio con la propria fatica. Proprio come fanno gli italiani!

Contaminazioni Identitarie
Sull’onda di questo mare comune lo scorso anno l’Associazione Rueido, con il contributo della Comunità montana Alta Valtellina e i patrocini dei Comuni dell’Alta Valle, ha organizzato il mini-ciclo di conferenze e dibattiti Contaminazioni Identitarie in cui sono stati affrontati temi che interrogano nel profondo. All’inizio di questo viaggio, con la proiezione del film Il vento fa il suo giro, a Bormio, nel dicembre 2016, si sono issate le fragili vele grazie alla conferenza tenuta dal prof. Annibale Salsa, il quale ci ha guidato alla ricerca dei valori della società alpina in un periodo di grandi immigrazioni. Lasciato il “sicuro” porto delle Alpi, il secondo incontro, a Valdidentro, ha permesso di approfondire il ruolo della Libia come snodo del fenomeno migratorio con la preziosa presenza del prof. Giovanni Parigi. Navigando, un viaggio calmo, a marzo, ci si è fermati ad ascoltare donne e uomini provenienti dal mondo, che uniti in una serata di pioggia in una piccola sala della Valfurva ci hanno sussurrato La mia storia diversamente uguale alla tua.
Nel viaggio dello scorso anno la partecipazione è stata sorprendentemente numerosa, presenze di corpi, sguardi, lacrime, sorrisi, parole empatiche del cuore che ci hanno permesso confronto e crescita oltre i dubbi e le paure. Ormai con il vento in poppa, l’Associazione Rueido riprende il suo viaggio, mai interrotto, con il ciclo di incontri Contaminazioni Identitarie, due.
Mercoledì 20 settembre, alle ore 21, a Valdidentro, presso le Ferriere Corneliani di Premadio, si comincertà con Francesca Borri e Attraverseresti il Mediterraneo per andare a vivere a Dakar?. Nella serata, ci si confronterà su come le condizioni di vita in patria determinino i flussi migratori di intere giovani generazioni, sospinte da una sorprendente “joie de vivre”.
Le successive tappe nei diversi comuni dell’Alta Valle saranno:

  • a Bormio sabato 2 dicembre, alle ore 21: conferenza e dibattito Identità, ospitalità e resistenze in tempo d’esodo. Una lettura pedagogica e sociale del tempo delle migrazioni. Relatore il prof. Ivo Lizzola, già presidente Nazionale delle Acli e preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo, ora professore straordinario di Pedagogia Sociale e Pedagogia della marginalità e della devianza presso la medesima Facoltà;
  • a Valdisotto sabato 17 febbraio 2018, alle ore 21: conferenza e dibattito Libia, la porta africana per l’immigrazione in Europa. Le soluzioni adottate con i recenti trattati, tra vecchi conflitti e nuove difficoltà. Relatore: Giovanni Parigi, professore di cultura araba presso la Facoltà di Mediazione linguistica e culturale dell’Università Statale di Milano; collaboratore delle riviste di geopolitica Limes, Oasis e Istituto per gli studi di politica internazionale.