Fino a quattordici ore al giorno a combattere una lotta impari con le fiamme. Con il fumo e l’aria che si fa irrespirabile man mano che ci si avvicina al fronte dell’incendio e il caldo a rendere ogni passo, su e giù per i pendii, più duro. A sentire i racconti dei volontari del servizio antincendio boschivo c’è da restare meravigliati: professionisti, operai, professori, pensionati che dedicano ogni anno tra le 100 e le 400 ore della loro vita a combattere le fiamme e ad addestrarsi per essere pronti ad intervenire nel giro di pochi minuti.

“Purtroppo si sente parlare di noi e dell’importanza del nostro servizio quando ci troviamo di fronte ai nostri fallimenti, ovvero ad incendi di cui perdiamo il controllo, e non per le tante volte che riusciamo a fermare le fiamme sul nascere”. A parlare al Settimanale è Stefano Casartelli coordinatore dei volontari delle sei squadre antincendio della Protezione Civile attive nel territorio del Triangolo Lariano.

Si tratta dei gruppi di Brunate, Tavernerio, Albavilla, Erba-Cornizzolo, Civenna e Veleso, formati ciascuno da un minimo di dieci ad un massimo di trenta uomini per un totale di circa un centinaio di effettivi.

“Ogni anno – continua Casartelli – solo nelle zone di nostra competenza realizziamo una media di venti interventi su piccoli incendi, inferiori ad un ettaro, e quattro o cinque più estesi. Nella maggior parte dei casi riusciamo a circoscrivere subito le fiamme”.

Non è stato così nel mese di ottobre quando le fiamme sono divampate nel Triangolo Lariano a partire da Veleso e dalle montagne sopra Tavernerio per un totale di oltre cinquecento ettari tra boschi e pascoli andati letteralmente in fumo.

Quello dei gruppi antincendio è  un sistema che ha bisogno di essere alimentato e sostenuto sempre da forze nuove.

“I volontari per questo tipo di servizio – ci spiega Amedeo Gelpi, responsabile antincendio boschivo della Comunità montana del Triangolo Lariano – non sono mai abbastanza perché il lavoro maggiore durante l’anno non è quello di spegnere le fiamme ma pulire i sentieri, mantenere in funzione le vasche, realizzare le linee tagliafuoco, oltre ovviamente a mantenersi addestrati con le esercitazioni periodiche”.

Per diventare volontari dell’antincendio boschivo è necessario essere prima volontari del sistema di Protezione Civile. Per maggiori informazioni sui corsi in partenza in primavera è possibile rivolgersi alla Provincia di Como, alla Provincia di Lecco e alla Comunità Montana del Triangolo Lariano.

L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale del 1° febbraio.