Supermercati aperti 24 ore su 24. Ad offrire il tempo spesa “non stop” a Como è, da due anni e mezzo, la catena Carrefour. Era il 4 giugno del 2015 quando dal suo sito istituzionale il colosso francese ne annunciava con solennità la partenza.
“Carrefour – recitava la nota – manterrà aperto ventiquattro ore su ventiquattro lo storico punto vendita, 750 mq, di via Recchi 18 (angolo via Rosselli). Nelle ore notturne grande attenzione è stata riposta ai temi legati alla sicurezza. Un apposito presidio è stato infatti previsto, con personale specializzato e dedicato sempre presente. Vista la vicinanza al confine svizzero, la nuova configurazione del Market di Como potrà essere utile a tanti frontalieri che potranno beneficiare del servizio notturno per effettuare la spesa”.
Oggi in città i supermercati aperti h 24 sono quelli di viale Giulio Cesare, di viale Innocenzo e di via Recchi – angolo via Rosselli. Appena fuori il capoluogo troviamo anche quello di Montano Lucino.
Positiva la sperimentazione? Difficile dirlo con certezza. Alle nostre richieste di informazioni l’Azienda non ha risposto.
Provando a “guardarla” dalla parte dei lavoratori due però sono i riscontri che abbiamo registrato: da un lato la contrarietà dei sindacati, storicamente avversi ad aperture eccessivamente prolungate, dall’altra la difficile condizione del personale impiegato, per lo più interinale (o “in affitto”, che dir si voglia), dunque con occupazione precaria, altamente ricattabile proprio perché priva di stabilità.
Il Settimanale ne ha incontrato uno. Lo chiameremo Andrea, ovviamente il nome è di fantasia.
Vi proponiamo uno stralcio della sua intervista, che potete trovare integralmente sul numero di questa settimana.
Andrea, quali sono in tuoi orari?
«La fascia oraria notturna è a turni di 4 ore, che vanno dalle 20 alle 24, dalle 24 alle 4 e dalle 4 alle 8. Io lavoro nella fascia da mezzanotte alle otto».
Posso chiederti quanto guadagni?
«900 euro al mese. Certo, per quattro ore a notte può sembrare non poco, anche se i turni sono massacranti. Mi è capitato anche di lavorare per due settimane di seguito o di disporre di soli quattro giorni di pausa in un mese. Non è umano…»
Che tipo di contratto avete?
«Veniamo liquidati ogni tre mesi, ma siamo senza coperture. C’è gente che lavora da due anni e ha ancora contratti a 15 o a 30 giorni… In buona sostanza l’azienda si tutela stando nei tre mesi di contratto, ma dentro questi tre mesi vengono fatte proroghe a 15 o 30 giorni. Con questo gioco, alla fine della proroga può dirti, da un giorno all’altro: “non ho più bisogno, stattene pure a casa”».
Qual è la tipologia di clientela che arriva a fare la spesa?
«Dipende dalla posizione del supermercato. Per alcuni prima delle 23 c’è la fila di ragazzini che fa incetta di alcol. Poi c’è chi compra patine, focacce, acqua. Per non parlare poi dei furti e di chi mangia all’interno. E dello spreco… Non so a quanta gente potremmo dare da mangiare con quello che buttiamo ogni sera. Qualche esempio? Se qualcuno si mangia di nascosto una scatoletta di tonno, su un blocco di quattro noi dobbiamo prendere e buttar via tutto, così come per una confezione di brioches…. Fa impressione quante cose butto via ogni sera».
Non ti pesa lavorare in solitudine?
«Te la devi far andare. E poi noi in cassa è come se non ci fossimo, non contiamo niente. Dal punto di vista umano i rapporti sono pessimi. La cosa carina però, quando il turno è dalle 4 alle 8, è l’arrivo di chi si prepara ad andare in ufficio. Piano piano ci si conosce e si stringono dei legami…»