Chi è Pietro Sarubbi? Qualcuno lo descrive come un “gigante buono”: alto, robusto, viso simpatico, capelli mossi, barba incolta, ma dietro questa bonarietà si cela da sempre, per sua stessa ammissione, uno spirito irrequieto e insoddisfatto.
Lo abbiamo conosciuto a Grosio lo scorso venerdì 9 marzo, nel teatro dell’oratorio Pier Giorgio Frassati, in occasione della sua toccante testimonianza dal titolo La vita cambiata da uno sguardo, affrontata con spregiudicata ironia e sorridente distacco, ma nel contempo con grande onestà.
Attore teatrale e cinematografico Sarubbi è oggi conosciuto sopratutto per l’interpretazione di Barabba nel film “The Passion” di Mel Gibson.
Un film che è per lui anche l’inizio di un cammino di conversione.
«Barabba non parla perché non ha più parole, ha urlato tutto il suo fiato per l’ingiustizia subita, Mel Gibson voleva che apparissi come una belva in fondo ai cui occhi doveva esserci lo sguardo di un uomo onesto; – ha raccontato Sarubbi – questo film è stato costruito interamente sugli sguardi: l’aramaico e il latino servono a togliere agli attori la comodità della comunicazione con la parola, costringendoli ad utilizzare gli occhi ed il cuore. Il regista voleva che l’intero film passasse dal nostro sguardo, ma soprattutto da quello di Gesù, tanto da chiedermi di non guardare l’attore che lo interpretava fino al momento in cui sarei stato liberato, per conservare la purezza di quel “primo sguardo”».
Un minuto interminabile, nel quale Sarubbi si perde in quell’afflato divino e percepisce l’intensità di quel momento: «La sera, tornato in albergo, scopro di avere paura del buio perché ho sempre di fronte quegli occhi, che non sono inquietanti, ma sembrano pormi una domanda alla quale non riesco a rispondere. Sono rimasto aggrappato a quello sguardo per mesi, in preda ad un’agitazione, un’irrequietezza».
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