Bariluis… Buona Luce. È con questo saluto e la preghiera delle Lodi che è iniziato il pellegrinaggio della diocesi di Como in Armenia, guidati dal Vescovo Oscar. Di seguito vi proponiamo il diario della nostra inviata Enrica Lattanzi.

SECONDA PUNTATA

Un intenso giorno di pellegrinaggio in Armenia, alla scoperta del popolo che per primo, nel 301 d.C., accolse la predicazione degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. Un percorso nella storia travagliata di questa realtà che ha conosciuto, da sempre, persecuzioni di ogni tipo.

I manoscritti dei monaci, dal V secolo d. C., i monasteri scavati nella roccia, i templi pagani… fino al toccante incontro con le suore di Madre Teresa e la comasca suor Benedetta Carugati di Olgiate Comasco. Qui le religiose accolgono bambini con gravissimi handicap. Alla periferia delle periferie nessuno è scartato.

TERZA PUNTATA

“Siete stati coraggiosi ad arrivare fino a qua”. Così padre Mario Coccarollo, religioso camilliano da quasi trent’anni alla guida dell’ospedale di Ashtoz, nel Nord dell’Armenia, ha accolto mercoledì 20 giugno i pellegrini della diocesi di Como guidati dal Vescovo monsignor Oscar Cantoni. Un viaggio alla periferia, in una regione che il governo armeno ha dichiarato “franca” per fermarne lo spopolamento. La vita in Armenia non è semplice. Qui è meno semplice che altrove. Su un altipiano a 2mila metri di altitudine, dove gli inverni sono interminabili, e dove questa giornata di giugno ha portato temperature rigide e grandinata, c’è l’ospedale del Papa.

San Giovanni Paolo II, 30 anni fa, dopo un terremoto di cui non si conosce il numero di vittime (quelle ufficiali sono 27mila, numero dichiarato dal regime sovietico per evitare l’avvio di alcune procedure, ma se temono almeno il doppio) indicò alla Caritas italiana questo luogo per costruire un’opera in aiuto del popolo terremotato. Eretto in due anni l’ospedale è un centro all’avanguardia per tutta l’area caucasica (tanti i pazienti dalla Georgia, distante una decina di chilometri). “Una testimonianza della carità del Vangelo che si trasforma in misericordia concreta”, la riflessione del Vescovo Oscar. “E pensare che i miei superiori mi dissero che sarei rimasto qui al massimo 9 mesi”, ci ha confidato padre Mario. Un esempio di santità e di un’umanità semplice e generosissima.

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