L’Avis ha tenuto lo scorso 9 giugno presso la sua sede rinnovata di via Fornace, l’annuale “Festa del donatore”, con la quale ringrazia tutti coloro che a vario titolo concorrono alla raccolta del sangue sul territorio.

In particolare sono stati premiati coloro che in diversa misura hanno raggiunto un numero di donazioni, dal diploma ai distintivi d’argento e d’oro. In 28 hanno raggiunto le 100 donazioni, mentre 10 hanno varcato il traguardo delle 120 donazioni e sono stati dimessi per motivi di salute o per raggiunti limiti di età. Ad uno di questi ultimi, di Cernobbio, abbiamo rivolto alcune domande.

Roberto quando ha iniziato l’attività di donatore?
«All’inizio del 1973 presso l’ospedale Sant’Anna, previo accertamento circa l’idoneità della donazione e l’iscrizione all’AVIS comunale di Como. In realtà durante il servizio militare avevo già fatto alcune donazioni per convinzione e per opportunità (una giornata in branda e un vitto migliore)».

Com’è poi proseguita l’attività di donazione?
«L’AVIS dopo tre mesi dalla precedente donazione provvedeva alla chiama mediante una cartolina con la data di presentazione al Centro trasfusionale, così nella maggioranza dei casi. Le cose poi si sono evolute. A metà degli anni ‘90, con l’avanzare delle tecniche di prelievo si è diversificata la raccolta: accanto alla normale donazione sono state aggiunte la plasmaferesi e la piastrinoferesi che prevedono il prelievo, la lavorazione/scomposizione del sangue e la reintroduzione nelle vene dell’ inutilizzato, mediante macchine diversamente organizzate in cicli. Ciò significa che il donatore resta sul lettino dalla mezz’ora ai tre quarti d’ora; questo naturalmente con il suo assenso vista la particolarità del caso. Per parte mia ho accettato di entrare in questo giro, in cui si prendeva appuntamento direttamente con il Centro, dandone comunicazione all’Avis per il controllo/conteggio. In servizio ho fatto una novantina di donazioni normali e una settantina di plasmaferesi».

Un’ultima domanda: come ha vissuto il suo rapporto con l’Avis?
«Nei primi anni di iscrizione l’ho seguita più direttamente, partecipando a qualche attività e al voto per il rinnovo delle cariche istituzionali; poi più dalla distanza nelle sue varie vicende, come quella della ricerca di una sede (dalla storica di via XX settembre a quella nuova di via Fornace); dalle campagne per l’acquisizione di nuovi soci e di informazione nelle scuole per trovare nuovi donatori alle attività ludiche promosse dal Consiglio e dal Gruppo giovani; il tutto grazie al giornalino che veniva inviato ai soci. Oggi, viene fatto in edizione online, segno dei tempi!»

Allora: socio onorario, grazie!
«Grazie alla mano provvidente di Dio per questi lunghi anni di “restituzione”! E auguri all’AVIS perché se 10 se ne vanno, altrettanti e più se ne aggiungano!»

LA LETTERA DEL COMUNE DI COMO AI NEO MAGGIORENNI

Hai 18 anni? Diventa donatore Avis. Il Comune di Como ha deciso, primo in tuttala provincia di Como, di invitare tutti i neo diciottenni presenti sul suo territorio a diventare donatori di sangue.  Nei giorni scorsi ai 770 residenti classe 2000 è stata inviata una lettera a firma dell’assessore alle Politiche educative Amelia Locatelli e del presidente dell’Avis di Como Alberto Soave per invitarli a scegliere questo passo.

A proporre l’iniziativa è stata la stessa Avis di Como, stante la necessità di rinfoltire un parco donatori la cui età media sta via via aumentando, a fronte di una richiesta sempre più alta di sangue e derivati e di un calo graduale di donatori. 

Ad oggi i donatori in forza all’Avis Comunale di Como sono complessivamente 5242, poco più di 15 mila, quelli in tutta la provincia.