Un anno intero di celebrazioni, con momenti  per accompagnare all’appuntamento di oggi, martedì 4 settembre,  anniversario di un tranquillo giorno di fine estate, quando quattrocento anni fa la furia incontrollata della natura si abbatté su Piuro, scaricando massi e fango dal monte Conto, cogliendo uomini e donne nelle loro occupazioni quotidiane.

Un’altra Pompei, questa volta nelle Alpi, da ricordare, da riscoprire, da promuovere. Studi, ricerche, approfondimenti ma anche eventi culturali sono le tappe di un percorso iniziato anni fa per arrivare al 4 settembre, a Piuro 400. Oggi, alle ore 18, all’aperto, presso il campanile di Sant’Abbondio, i vescovi di Como, monsignor Oscar Cantoni, e di Coira, monsignor Vitus Huonder, celebreranno la Messa in suffragio dei mille piuraschi morti sotto la frana. Seguiranno la benedizione della campana commemorativa e la preghiera ecumenica.

In caso di maltempo ci si sposterà nella chiesa nuova di Borgonuovo. Un raccoglimento religioso che unirà la comunità nel ricordo dell’immane tragedia.

Campana commemorativa Piuro

Questa sera e domani, mercoledì 5 Settembre, alle ore 20.30, al Belfòrt, dove sono ancora visibili i resti dell’antico borgo sopravvissuti alla frana, la Compagnia teatrale I Guitti metterà in scena Quando il sole non tornò, il testo commissionato dieci anni fa dall’Associazione Italo-Svizzera per gli Scavi di Piuro a Luca Micheletti, istrionico attore, drammaturgo e regista bresciano. Due rappresentazioni in due giorni per consentire a un pubblico più numeroso di assistervi. Il dramma “a stazioni”, come viene definito, descrive un’umanità soffocata dal disordine che precipita verso il caos tra leggende riscoperte o inventate dialoghi e monologhi scorrono in successione ma tendono idealmente ad intrecciarsi.

La messinscena, scritta e diretta da Micheletti che la interpreta insieme ad altri quattro attori, Adolfo Micheletti, Marianna Chiaramonte, Diego Baldoin e Claudia Scaravonati, commemora e onora una società cancellata dalla frana. Il linguaggio teatrale, attraverso la mimica e la voce degli attori, riporta indietro nel tempo facendo rivivere la tragedia di quattrocento anni fa.

Una chiusura delle celebrazioni tutt’altro che casuale che enfatizza il rapporto sempre più simbiotico tra Piuro, Belfòrt e il teatro grazie alle iniziative promosse negli ultimi anni e all’intensificarsi della collaborazione con la compagnia bresciana. In queste settimane, Micheletti, per il secondo anno consecutivo, anima il Belfort Theatre Campus, da lui stesso ideato, che ha offerto a giovani professionisti l’opportunità di condividere un percorso di ricerca e di perfezionamento e insieme di scoprire il sito archeologico piurasco quale sede di creazione artistica.