«Un mese fa padre Pier Luigi Maccalli veniva rapito in Niger. I suoi parrocchiani della missione di Bomoanga, la diocesi di Niamey, e tutti i suoi amici, familiari e confratelli della SMA (Società per le Missioni Africane) rinnovano l’appello ai rapitori: Liberatelo, ora e senza condizioni! Uniamoci tutti nella preghiera per lui, affinché con fede e coraggio dia la sua testimonianza alla Missione, anche là dove si trova ora».

 

E’ questo l’appello diffuso dalla Fondazione Missio (organismo pastorale della Cei) che, da alcune ore, sta girando sui social network invocando la liberazione del missionario italiano della Società per le Missioni Africa) rapito la notte tre il 17 e il 18 settembre in Niger. Scarsissime sono le informazioni circa i rapitori e le ragioni di questo gesti: molto probabilmente si tratterebbe di un rapimento a scopo di riscatto e non dettato da motivazioni religiose.

Dal giorno del rapimento è un altro missionario in Niger, padre Mauro Armanino, a fornire aggiornamenti alla stampa e ad assicurare che Macalli è ancora vivo: «Il timore più grande – ha spiegato – è che i rapitori lo trasferiscano in Mali, dove potrebbero contare su appoggi da parte di altre bande ribelli o terroristiche». Sulla vicenda è al lavoro la Farnesina, ma anche la Santa Sede: «Siamo in contatto permanente con il nunzio vaticano che sta seguendo la vicenda e oltre alle preghiere speriamo ci siano azioni, che portino a un buon esito dei negoziati, quando e se ci saranno», ha detto padre Armanino.

Nelle scorse ore è arrivato anche un appello alla Farnesina da parte del Consiglio comunale di Crema.

«È fondamentale per noi, città di Crema, in questo Consiglio comunale, – recita l’appello – esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di padre Gigi Maccalli, a tutta Madignano che vuole riabbracciare il proprio compaesano, inviando al ministero degli Esteri questo messaggio: che sia massima l’attenzione per questo caso che ha colpito profondamente la nostra comunità preoccupata per le sorti di un suo figlio generoso, perché non cali il silenzio su una vicenda che ci riporta al dramma di uno dei paesi più poveri del mondo, devastato prima dalla dittatura e ora da una situazione socio-politica ed economica molto gravosa per una popolazione allo stremo».