Ieri sera, giovedì 17 gennaio, circa 150 persone hanno affollato la sala Giovanni Paolo II dell’Opera Don Guanella, i più giovani seduti per terra, per lasciare posto sulle sedie a chi ha più anni sulle spalle
Un pubblico eterogeneo, richiamato dall’invito #FACCIAMOLOINSIEME, che per un mese è rimbalzato da un angolo all’altro della città di Como grazie alla diffusione online e offline della nuova Campagna di Comunicazione di Vicini di Strada, la Rete degli Enti e dei Servizi comaschi per la grave marginalità.
Un pubblico che, in gran parte, si avvicina per la prima volta al volontariato e soprattutto al mondo di chi vive ai margini della società, escluso e spesso dimenticato: persone senza dimora, anziani soli, stranieri che cercando di percorrere la faticosa strada dell’integrazione.
Quello di ieri sera era il primo incontro conoscitivo di un percorso formativo pensato non tanto con lo scopo di trasferire delle nozioni, quanto di fornire strumenti pratici che permetteranno ai nuovi volontari di inserirsi con consapevolezza e competenza nelle varie attività e servizi, a seconda della propria disponibilità e delle inclinazioni personali.
Il percorso si snoderà in quattro appuntamenti (ogni giovedì a partire dal 24 gennaio, sempre al Don Guanella, sempre alle 20.45). La presenza all’incontro conoscitivo di ieri non è vincolante: chiunque può partecipare liberamente – e anzi, la campagna non si ferma, ma continuerà a lanciare la sua proposta partecipativa alla cittadinanza: facciamolo insieme!
Paola Della Casa, coordinatrice di Vicini di Strada, che ha condotto l’incontro insieme a Stefania Soldarini, ha accolto tutti con queste parole: “Perché un percorso per diventare volontari aperto alla città? Perché vogliamo fare un regalo a tutti noi. È vero che senza volontari non potremmo accogliere le persone che si rivolgono a noi, né gestire un qualsiasi servizio. Ma è anche vero che mettere a disposizione il nostro tempo e i nostri talenti significa darci la possibilità di essere dono per gli altri. Siamo convinti che l’esperienza del volontariato sia di arricchimento reciproco: non c’è chi aiuta e chi viene aiutato, ma ci si aiuta insieme. Nell’incontro con l’altro sto meglio io e sta meglio l’altro. È un “bene relazionale”, in contro tendenza al bene materiale, di consumo, che oggi sembra dominare”.