La data di uscita del nostro Settimanale, il 14 febbraio, ci suggerisce una felice coincidenza: san Valentino, la festa degli innamorati. 

Sul numero in uscita a pagina 3-4-5 proponiamo alcune riflessioni sul senso dell’amore nella coppia, nella famiglia, nei giovani fidanzati, guardando anche alle situazioni di fragilità che chiedono di essere accompagnate.

Il nostro racconto incomincia dalla storia di S. Valentino. Buona lettura!

Valentino era un patrizio romano, nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni. Si convertì al cristianesimo e, a soli 21 anni, fu consacrato vescovo della propria città, di cui fu pastore per oltre 70 anni. Sempre oggetto di persecuzioni, il Vescovo di Terni fu arrestato per ordine dell’imperatore Aureliano.

Venne flagellato lungo la via Flaminia, lontano dalla città, temendo una rivolta dei fedeli di Terni, considerato l’affetto della popolazione.

Valentino fu decapitato il 14 febbraio del 273 d.C. per mano del centurione Furio Placidio. Valentino è uno dei primi martiri della Chiesa, che scelse la morte piuttosto che rinnegare la fede in Cristo.

Nei secoli si è affermata la leggenda che lo ha portato a essere indicato come il santo protettore degli innamorati. Secondo la tradizione agiografica fra i motivi della decapitazione del Vescovo Valentino c’è l’aver celebrato il matrimonio fra la giovane cristiana Serapia e il legionario romano Sabino.

I due giovani desideravano sposarsi ma la famiglia di Serapia negò il consenso, perché Sabino non era battezzato. Sabino, per amore di Serapia, si convertì al cristianesimo e iniziarono i preparativi per il battesimo di Sabino e poi le nozze. Serapia, però, contrasse una grave malattia, una severa forma di tisi. Sabino, disperato, chiese a Valentino di essere battezzato subito e di unirlo in matrimonio con Serapia prima che morisse. Valentino accolse la richiesa e la leggenda vuole che quando Valentino alzò le mani al cielo per benedire gli sposi, un improvviso sonno beatificante avvolse i due giovani per l’eternità.

A chiudere il cerchio della tragedia sarebbe poi intervenuto il martirio del Vescovo.

La prima pagina del numero in uscita

Da qui la figura del Valentino come punto di riferimento di tutti gli innamorati. Una figura che fa riflettere, quella di Valentino. Siamo chiamati ad accogliere «la sua proposta di porre al centro l’amore, fatto di sentimenti autentici, oblatività, generosità, promozione della libertà, rispetto, servizio alle persone, dono anche della propria vita per favorire e salvare la vita degli altri».

Questa la riflessione del vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese, nell’omelia per la ricorrenza patronale 2019. Ha poi aggiunto la condanna delle «passioni sganciate dalla nobiltà dei sentimenti, amori passeggeri, di stagione, amori imposti, possessivi, maniere violente, femminicidi».