L’immagine di Papa Francesco prostrato ai piedi dei leader del Sud Sudan ha fatto, nei giorni scorsi, il giro del mondo.
Molto si è detto e scritto in questi giorni. La maggior parte delle persone si è commossa davanti al gesto di umiltà del Santo Padre, ma c’è stato anche chi ha avanzato delle critiche per un gesto – da alcuni – definito come “non da Papa”.
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Suor Elena Balatti, missionaria comboniana originaria di Samolaco San Pietro (So), da diversi anni in Sud Sudan, ha raccontato a Il Settimanale la portata di questo gesto.
“Un editoriale di Duop Chak, un giornalista sud sudanese, mi sembra prendere una posizione equilibrata e realista. L’autore, dopo aver espresso il suo senso di stupore davanti al gesto di Francesco, inserisce l’iniziativa del Vaticano nella tradizione della diplomazia religiosa. Dopo aver valutato che gli sforzi di vari mediatori dell’Africa Orientale, dell’Unione Africana e dell’Occidente non sono riusciti a risolvere effettivamente il conflitto sud sudanese afferma che è opportuno dare spazio alla ‘diplomazia spirituale’, tanto più che sia Kiir che Machar sono cristiani. Da parte mia posso dire che mi sono commossa guardando il video. Tale involontaria commozione veniva dalle molte esperienze fatte nel conflitto del Sud Sudan dove anche noi come Missionarie Comboniane a Malakal e in altri luoghi abbiamo dovuto lasciare tutto e spostarci verso luoghi sicuri, guardando senza quasi crederci alla scia di morte e distruzione che la guerra civile tracciava”.